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Tratto da "A voce alta", romanzo di Bernhard Schlink, in cui lo scrittore tedesco racconta la storia di Michael Berg, che negli anni '50 attraversa i primi turbamenti adolescenziali. Un giorno, per strada, si sente male e viene soccorso da Hannah, una donna più grande di lui con la quale nei giorni seguenti nasce una relazione. Lui però intuisce che nel passato di Hannah c'è qualcosa di oscuro. |
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Una passione nasce irrazionalmente, se pianificata non sarebbe. È incosciente, folle, stupenda, titanica. Ma osservata da altri luoghi con la lucidità della ragione può rivelarsi sciocca, inutile o addirittura orrenda.
Un libro del '95 di inaspettato successo internazionale dipinge la prospettiva di una generazione che si rapporta con il passato dei propri padri e i loro orrendi lasciti. Una dura eredità taciuta e metabolizzata sbrigativamente. D'altronde per forza di cose bisogna andare avanti, progredire. Il dove però nessuno lo predica.
L'inglese Stephen Daldry fa ripercorrere a Ralph Fiennes, dalla consapevolezza dell'età matura, la traumatica esperienza di una vita. Un lungo e vivido ricordo interiore per esorcizzare i difficili fantasmi del passato.
Quando l'adolescente Michael Berg si formava come uomo contemporaneo nella Germania postbellica, l'esperienza di un'amante segreta lo travolgeva e lo abbandonava, una figura materna che lo guidava in una relazione fisica intrecciata di poetiche letture.
Anni più tardi il giovane, studente di legge alle prime armi, ritrovava per caso la donna per scoprirne, impotente, il terribile passato, arrivando a capire come lei, indurita dalla vita e da un orgoglio ottuso la cui ignoranza non giustifica però le azioni, fanciullescamente cercava solo emozioni pure. Si odia ciò che si ama, spesso.
Il film tratta il tema dell'olocausto attraverso un punto di vista diverso, e non deve esser stato facile per il regista farsi carico del progetto che già da tempo attendeva una stesura definitiva prima ancora della realizzazione. Eppure Daldry riesce ad emozionare cogliendo sfumature di un'esperienza storica che, almeno per nascita geografica, non gli appartiene. La narrazione indugia forse troppo nella prima parte dilatando quella che è l'esperienza di un'estate ed andando così ad appesantire l'intera opera, la chiusa circolare però riallinea tutto riaprendo il racconto questa volta finalmente verso l'esterno, e riallacciandosi al inizio del film così come della storia.
Voluto da Pollack e Minghella tristemente scomparsi durante la lavorazione, “The Reader” è candidato a 5 premi oscar fra cui Miglior Attrice per Kate Winslet e la sua Hanna. |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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5,5
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L'inizio e' forzato e i personaggi fanno esattamente quello che uno si aspetta. Il loro spessore psicologico e' superficiale e la diatriba della colpa sul genocidio di massa nazista e' trattata con semplice banalita' e a volte insensatezza. Kate Winslet fa piu' o meno la stessa faccia tutto il film e subisce in maniera ebete cosa le succede intorno. Anche la scena finale del "anche io avevo una lattina di te' per portare le cose preziose" trascina emotivamente come un marciapiede. Del resto buoni i colori, la contestualizzazione storica e certe riprese
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ma per favore...se la prospettiva è finire ammazzati, chi se ne frega se non si sa scrivere! e poi, perchè ogni volta che si deve rappresentare l'Orrore si torna sul nazismo? va bene che lì di orrore ce n'è stato a iosa, ma si potrebbe anche cercare una soluzione alternativa, che so, gli Armeni, la generazione rubata, i gulag, Port Arthur, la bomba su Nagasaki, Sabra e Chatila, di scelta ce n'è! perchè i film coi nazisti si sprecano, su tutto il resto ce n'è uno per tipo!
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Nulla di sensazionale, ma apprezzabilissima l' interpretazione della Winslet. Un buon Drammatico, senza lodi nè infamia, buonissima qualità recitativa, non troppo sensazionale la trama. Non c' è male, ma non lo consiglierei se non in caso di "proprio NIENTE altro da guardare".
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ci mette un bel po' a smettere di essere parecchio improbabile, e ci mette ancora di più a diventare interessante - io ho cominciato a sopportarlo poco prima che finisse. peccato, perché la Winslet personaggio aveva in potenza sia una complessità che sarebbe stato magnifico potersi gustare, sia qualcosa di nuovo da dire che sarebbe stato bello poter ascoltare. e la Winslet attrice sarebbe stata in grado di offrirci entrambe le cose.
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