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Un documentario sui pinguini imperatori in cui si mescolano amore, dramma, coraggio e avventura nel cuore dell'Antartico, la regione più isolata e inospitale del pianeta. Tutto per riuscire in un'impresa che si perpetua da millenni: portare avanti la continuazione della propria specie... |
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Un’esistenza durissima al limite del sopportabile per i poveri pinguini imperatori, dimenticati nella solitudine più gelida del mondo. Là nell'Antartide, al confine della vita, dove l'inverno dura nove mesi, il Pinguino si estenua, anno dopo anno, con marce interminabili e digiuni prolungati: tra l'Oceano, sua fonte di nutrimento in cui nuota agilissimo, e la banchisa dove ondeggia goffamente ma stabile nel ghiaccio. Tutto questo per amore della vita, per un istinto talmente puro da trasformarsi in pensiero e desiderio, superando ogni differenza tra animale ed essere umano.
Il regista Luc Jacquet ha iniziato la sua carriera di documentarista a ventiquattro anni, rispondendo a un annuncio che, più o meno, recitava: "cercasi biologo che non abbia paura di niente, pronto a partire per quattordici mesi ai confini del mondo". Detto, fatto e filmato! Nasce la storia del Pinguino Imperatore, una storia che interessa immediatamente i produttori cinematografici per il suo carattere epico ed estremo, "costretto a camminare come un penitente per chilometri e chilometri fino all'estrema punta della costa antartica, lontano dal mare, per deporre un uovo nel luogo più instabile possibile, facendo da spola per tutto l’inverno tra la colonia in cui vive, un calvario e il mare in cui c'è tutto ciò che gli serve" (Jacquet), un anno intero di lavoro e ben 120 ore d’immagini da montare!
Il punto magico del film sta nella capacità di possedere una storia dove accade di tutto e tutto ha un’espressione, un sentimento e uno stato d’animo…miracolo della natura, il pinguino ci entra nel cuore e ci riscalda gli occhi dalle splendide gelatissime immagini che lo avvolgono e che dimostrano spessore registico non evitando nulla, i predatori del cielo e del mare, le uova che si ghiacciano, i pulcini che muoiono, la durezza insopportabile del tempo.
Trasmette al pubblico stupore, nel vedere un'esistenza quasi da incessante purgatorio che rasenta l'inferno ma al tempo stesso esalta, nel paradiso dei ghiacci, un incredibile, poetico senso della vita. |
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