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più compiuto e meno autoreferenziale di quell'amore di gioventù che avevo sopportato a stento, più sensato, soprattutto molto più vero, e poi qui c'è la Huppert, che sostituisce egregiamente il ronzio degli insetti tra le (sempre magnifiche) verzure nel ruolo di protagonista... ma c'è qualcosa che proprio non mi piace nei lavori di questa regista, e anche se non riesco a metterlo bene a fuoco so che mi manca qualcosa, e che i minuti dopo un po' cominciano a sembrarmi ore, e che finiscono per infastidirmi perfino i movimenti della macchina da presa... sa maneggiarla, la Mia, indubbiamente, e allora perché insisterli, esibirli così? non lo sconsiglio, affatto, ma per quanto mi riguarda credo proprio che mi fermerò qui.
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Nella cullante melodia dei Fleetwoods, alla fine, sta tutta l'essenzialità di una pellicola che narra semplicemente la vita, nelle sue evoluzioni quotidiane. E sa farlo bene.
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