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Ultimi commenti e voti |
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---ATTENZIONE SPOILER--- ...tempo. Per questo motivo, penso che in realtà il tema etico sviluppato dal film riguardi più il problema della perpetua conflittualità umana (e del linguaggio come suo possibile mezzo di risoluzione) che quello legato alla scelta di Louise di mettere al mondo la figlia. Infine, vorrei sottolineare come l'affermazione letta qualche commento sotto (per cui "mettere al mondo una creatura destinata a morire" solleverebbe questioni etiche) ha una formulazione che suona un tantino ridicola, visto che descrive perfettamente la sorte di tutti noi.
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---ATTENZIONE SPOILER--- P.S. per quanto riguarda il messaggio etico legato alla vicenda della figlia, bisogna considerare innanzitutto come il mutamento linguistico non consenta banalmente di sapere ciò che accadrà, ma di abolire il tempo stesso, proprio perché si tratta di una categoria conoscitiva della mente umana e non di una grandezza fisica. Louise non vede il futuro, ma vive contmporaneamente ogni momento della sua esistenza. I ripetuti passaggi temporali non flash back o flash forward, perchè ogni singola scena si svolge nello stesso istante, e cronologicamente parlando sarebbero tutte interscambiabili. La disposizione che ne viene data risponde, da un punto di vista interno al film, a un'esigenza meramente logica, e da un punto di vista esterno ad apparecchiare il colpo di scena finale. Quindi Louise non decide di mettere al mondo una figlia cge sa destinata alla morte, nè lo ha già fatto, semplicemente le due cose coesistono perché il dono degli alieni è l'abolizio |
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8
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Dopo Interstellar, un altro film fantascintifico sulla tematica del tempo. Tuttavia, se il film di Nolan prediligeva un taglio scientifico, che conduceva da un lato verso un maggiore dinamismo, e dall'altro verso inevitabili cedimenti sul fronte del realismo, puntualmente contestati (non si può uscire da un buco nero, tantomeno vivi), qui il tempo è trattato come categoria della nostra percezione, e quindi in termini critici (in senso kantiano). Questa scelta costringe il regista a focalizzarsi maggiormente sulla soggettività della sua protagonista, ma se la scorrevolezza della narrazione talvolta ne risente, è anche vero che il film guadagna in compattezza e profondità. Inquietanti e realmente "alieni", i visitatori sono tra le perle di un film che fa dell'originalità della tematica e del grande lavoro di regia e sceneggiatura i suoi punti di forza. Unico neo, l'interpretazione troppo monocorde di Amy Adams, che regge il ruolo ma senza stupire.
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7,5
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Villeneuve non sbaglia un film. Sotto certi aspetti ricorda Interstellar ma, rispetto al film di Nolan, c'è ancora più introspezione e meno spettacolarità.
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7,5
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6,5
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8,5
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Denis Villeneuve ha preso un genere inflazionato e ne ha tratto un capolavoro: riporta la trattazione alle domande fondamentali, riesce ad abbinarvi un significato filosofico ma comprensibile, costruisce immagini indimenticabili (per non parlare del montaggio sonoro). Arrival ricorda il peso che va dato alle parole e l’attenzione che va posta su questo argomento in un‘epoca così interculturale. Da “arma” a “strumento” a “dono”, il misunderstanding è dietro l’angolo e può portare a scatenare una guerra. Ma ricorda soprattutto l’importanza di porsi delle domande, di coltivare il dubbio, di avere la pazienza di non conoscere tutto subito. Proprio ora che, con l’era digitale, sembra tutto così facilmente accessibile.
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7
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Non il solito film sugli alieni intenti a distruggere la terra. molto introspettivo anche se il ritmo è un pò lento ma non incide più di tanto. Sorpreso in modo molto positivo.
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7
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gia visto
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7,5
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Difficile da commentare, dal punto di vista strettamente tecninco è un buon film con una Amy Adams molto brava che spicca su tutte e con una regia molto bella. Sulla trama e i suoi vari significati e interpretazioni non mi dulingo, si aprirebbero svariati dibattiti etici e non, come anche tantissime domande su come e perché sia successa una cosa piuttosto che un'altra. Consiglio vivamente il film, non credo vi deluderà se vi paice il genere.
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