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Shrek, un piccolo orco dal cuore d'oro, insieme a Ciuchino, il suo destriero cerca di tornare in possesso della sua palude occuparta dai personaggi delle fiabe. Costoro sono stati imprigionati dal perfido Lord Farquaad, tiranno della terra di Duloc. L'orco e l'inseparabile asinello devono darsi da fare per liberare una principessa sottoposta a un sortilegio e tenuta prigioniera in un castello, sorvegliata da un drago. |
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Tre anni di lavoro, migliaia di persone impegnate nella realizzazione d’un film d’animazione: follia? Nient’affatto. Il risultato finale è, se possibile, superiore alle attese (ed al libro di William Steig dal quale è tratto). La Dreamworks mette una pietra su decenni di storia dell’animazione disneyana, riproponendo, a sorpresa, una favola in pieno stile classico: una principessa prigioniera d’un drago nella torre d’un castello, un re che vuole liberarla, un orco verde e scorbutico. Sì, scorbutico, non cattivo: è lui il protagonista della storia, brutto, sporco ed in perenne lite col suo destriero, un asino logorroico… L’accoppiata è esplosiva, il loro percorso è un crescendo di situazioni imprevedibili, sempre agli antipodi delle aspettative dello spettatore; la liberazione della principessa Fiona è una sequenza memorabile, nella quale si concentrano le caratteristiche più divertenti d’ogni personaggio, il drago una spanna davanti a tutti.
L’apice viene toccato dopo la liberazione della principessa, quando Fiona danza per i prati verdi cantando insieme agli uccelli: il ribaltamento del luogo più comune delle favole tradizionali rappresenta il momento più esilarante di tutto il film; da qui in avanti la storia diventa più prevedibile, inscenando un malinteso per preparare la riconciliazione finale. Ma anche l’idillio amoroso di Shrek e Fiona riserva qualche sorpresa, ed il messaggio del film ne viene rafforzato: non giudicare dalle apparenze, ma guardare gli strati più nascosti d’una persona.
Se l’orco è creato per essere l’esatto opposto dell’eroe classico, sono i personaggi di contorno ad essere delineati con maggiore fantasia: il cattivissimo Lord Farquaad, la sua originale sala per le torture e lo specchio magico, presumibilmente rubato alla strega di Biancaneve; la quale, dal canto suo, fa la sua comparsa assieme ai nani, ed a moltissimi altri, nella folla dei personaggi delle favole sfrattati da Lord Farquaad. Su tutti loro si concentrano molte delle idee più dissacranti: Pinocchio venduto al tiranno da Geppetto in persona, Robin Hood che fa la cresta sui soldi per i poveri, il lupo di Cappuccetto Rosso che reclama la sua privacy e così via.
A tante ‘celebrità’ sullo schermo risponde uno schieramento non meno imponente dietro ai microfoni: la voce di Shrek è quella di Mike Myers, Cameron Diaz è Fiona, John Lightgow Lord Farquaad e Vincent Cassel Robin Hood; fin qui il doppiaggio italiano riesce a sopperire, ma risulta impossibile essere all’altezza dell’interpretazione di Eddie Murphy di Ciuchino, tutto sorrisi e battute non per caso.
Divertente ma equilibrato, il film mantiene costante l’impressione d’un crescendo di ironia, tenendo gli adulti incollati alla poltrona più dei bambini, fino al finale, degna summa del costante gioco tra tradizione ed innovazione: e vissero per sempre orrendi e contenti. |