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Robert Angier e Alfred Borden, due celebri maghi nella Londra a cavallo tra '800 e '900, si sono conosciuti quando erano ancora due talentuosi prestigiatori in erba. Con il passare degli anni, la loro abilità li ha trasformati in acerrimi rivali, ossessionati dalla gelosia per i rispettivi successi. Per raggiungere la supremazia nel campo della magia, Robert e Alfred non esitano a sfidarsi a colpi di trucchi e inganni rischiando non solo la propria vita ma soprattutto quella delle persone intorno a loro... |
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Dopo il sofisticato e innovativo “Memento”, Jonathan Nolan torna a collaborare alla sceneggiatura in un film di suo fratello, spartendosi con lui tutti gli opportuni meriti per un film originale, intelligente e accattivamente: “The Prestige” è il quinto e consacratorio lungometraggio del talento inglese Christopher Nolan, destinato a essere uno dei più grandi registi contemporanei in grado di soddisfare simultaneamente il gusto del grande pubblico, dei cinefili e della critica.
Un ottimo contributo alla riuscita del film, lo dà inevitabilmente anche il grande cast a disposizione: Christian Bale e Hugh Jackman vestono i ruoli di Alfred Borden e Rupert Angier, due giovani maghi che inizialmente lavorano come assistenti di Cutter (il fascinoso Michael Caine) ma che, in seguito a un tragico “incidente”, si separano, intraprendendo due carriere piene di successi ma soprattutto gonfie di ambizioni, feroci rivalità, ossessioni e vendette. Con lo sfondo di una fervida Londra di fine ‘800, l’intreccio narrativo viene complicato ad arte con l’inserimento di Olivia (l’ormai onnipresente Scarlett Johansson), una ragazza ambita e un po’ ambigua, e con la coppia di scienziati Nikola Tesla e l'assistente Alley, interpretati da un curiosissimo David Bowie e dal “gollum” Andy Serkis, che introducono parallelamente un discorso sulla scienza e la magia, sulla morale e l’irrazionale.
Non troppo della trama, a dir la verità, può essere divulgato, anche perchè, pur essendo dichiaratamente un film sull’illusionismo e la magia del/nel cinema, questa volta il trucco viene rivelato, in barba a ogni tipo di “deontologia professionale”. Ad ogni modo, gli spunti per riflettere non mancano, si comincia spiegando la costruzione di un gioco di prestigio, creando una relazione tra registi e illusionisti e facendo in qualche modo capire che il film sarà strutturato nel medesimo modo: atto I - Promessa; atto II - Colpo di scena; atto III - Prestigio. Ma, inevitabilmente, è anche uno spunto di riflessione sulla vita in generale e sui risvolti socio-comunicativi che si determinarono in quegli anni. Ed è così che il passaggio da thriller-fantastico a film drammatico-psicologico diviene incredibilmente breve, esaltando - con quelle atmosfere oscure tipiche di Nolan e del suo fedele direttore di fotografia Wally Pfister - le introspezioni dei due protagonisti, sempre in bilico tra sogno e incubo, prigionieri dei loro segreti, convinti che nella vita vince chi ha meno scrupoli e, soprattutto, che solo colui che riappare sulla scena è realmente il vincitore.
Accompagnati da giochi di specchi, spirali temporali ed egoistici doppioni, compiamo anche noi la nostra personale esplorazione. Così, quando “The Prestige” finisce, quando il complesso meccanismo si dispiega e palesa le sue magiche contraddizioni, torniamo alla nostra vita ordinaria e ci accorgiamo che la nostra mente ha viaggiato lungo le direzioni più diverse e recondite, e soprattutto che la nostra piccola ma importante identità ha riacquisito un po’ di significato. Quand’è così, ogni tipo di furberia è perdonata e presto dimenticata.
Presentato alla I edizione di “Cinema. Festa Internazionale di Roma”, nella sezione 'Premiere'. |
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Commenti del pubblico |
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7,5
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Il meccanismo di svelamento dei numerosi colpi di scena vengono a sciogliersi con precisione sino al finale, un vero e proprio pugno allo stomaco. Nuova prova convincente di Nolan, regista tanto visionario quanto meticoloso nella messa in scena.
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8,5
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8
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nolan fa sempre bei film. moltissimi colpi di scena alla fine che chiariscono tutto il film
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7,5
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Continui colpi di scena, che preparano all'atto finale: il prestigio che dà senso alla pellicola ed entusiasma lo spettatore. Nolan è indubbiamente un grande prestigiatore, che conosce e sa gestire tutti i trucchi del mestiere, confezionando ancora una volta un prodotto di buon livello, e spiegando ciò che ne permette il successo attraverso l'analogia, ma non è il suo numero più riuscito.
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