Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Ti amerò sempre

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Ti amerò sempre
titolo originale Il y a longtemps que je t'aime
nazione Francia / Germania
anno 2007
regia Philippe Claudel
genere Drammatico
durata 115 min.
distribuzione Mikado Film
cast K. Scott Thomas (Juliette Fontaine) • E. Zylberstein (Léa) • S. Hazanavicius (Luc) • F. Pierrot (capitano Fauré) • C. Johnston (madre di Juliette e Léa) • C. Hosmalin (inserzionista)
sceneggiatura P. Claudel
musiche J. Aubert
fotografia J. Alméras
montaggio V. Bruant
uscita nelle sale 6 Febbraio 2009
media voti redazione
Ti amerò sempre Trama del film
Ti amerò sempre racconta la storia di Juliette che torna a Nancy dopo aver trascorso 15 anni in prigione. Ritrovata Léa, sua sorella minore che l'accoglie in casa sua, Juliette vive rinchiusa in un'altra prigione fatta di dolore e di segreti incoffessabili. Da parte sua, Léa sembra avere una vita felice e serena, "normale": sposata con Luc, madre di due bambine, circondata da amici, fa un lavoro appassionante. Completamente diverse tra loro, le due sorelle riusciranno a ritrovarsi?
Recensione “Ti amerò sempre”
a cura di Giordano Rampazzi  (voto: 7)
Il film inizia all'aeroporto di Nancy, dove Léa (Elsa Zylberstein) va per accogliere la sorella maggiore Juliette (Kristin Scott Thomas), che non vede da più di 15 anni. Juliette è infatti stata rinchiusa in prigione per un crimine inconfessabile e la famiglia l'ha rifiutata con forza. Il tempo passato, però, fa sì che Léa decide di accoglierla nella casa dove vive col marito Luc, il suocero e le loro bambine. Le due sembrano faticare a ritrovarsi, anche perché Juliette appare prigioniera del suo dolore mentre Léa sembra condurre una vita felice. A poco a poco, però, le verità vengono a galla e le situazioni si stravolgono. Lo scorrere del tempo fa emergere le qualità più femminili delle due protagoniste, la loro capacità di resistere ai segreti, di rimettere insieme i pezzi delle loro vite e di contrastare con forza il loro isolamento.
Ti amerò sempre” – titolo meno pertinente dell'originale Il y a longtemps que je t'aime – è un film minimalista e che affronta temi forti con grande intensità e sensibilità. Il merito va prima di tutto al regista Philippe Claudel, alla sua opera prima ma con un passato e un presente da romanziere di successo. Una grande mano gliela dà però la bravissima Scott Thomas (“Il paziente inglese”), che vive a Parigi da 28 anni ma è al suo primo ruolo da protagonista in un film francese. I suoi primi piani che sembrano presi da un film di Ingmar Bergman ci portano dritti alla sua anima malinconica, che si esprime poco con le parole e molto con i piccoli e silenti gesti. Di grande rilievo anche la maturità con cui il regista decide di descrivere – con inaspettata complicità – i legami intimi e affettivi delle donne.
Philippe Claudel gira “Ti amerò sempre” con le tecniche narrative di un racconto per immagini e mostra grande capacità di raccontare la complessità con efficace semplicità. Riserva grande attenzione ai dettagli visivi di ogni inquadratura e dirige con buona padronanza gli attori, efficaci e puntuali nel creare atmosfere plumbee o riscaldare il clima a seconda delle necessità.
Con lo scorrere dei minuti le inquadrature si allargano e Juliette sembra, finalmente, uscire da una prigione interiore che forse non meritava.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Argento (106 Commenti, 59% gradimento) cartillo Medaglia d'Argento 15 Maggio 2016 ore 20:36
voto al film:   7,5

Medaglia d'Oro (247 Commenti, 80% gradimento) giampaolosy Medaglia d'Oro 24 Novembre 2015 ore 15:39
voto al film:   7

Mi sembra azzeccato l'accostamento al cinema di Bergman soprattutto nella recitazione maiuscola della protagonista. Il rientro nella società di un'ex carcerata esclusa dal mondo per 15 anni è affrontato in modo lieve e profondo. La profondità è resa mirabilmente dagli sguardi e dai silenzi di Juliette ancor più che dagli accadimenti. Alla fine è una catarsi, per tutti che non può non portare a un cambio. Il film è lento ma una volta di più questo non è sinonimo di noia, anzi.
Medaglia d'Oro (264 Commenti, 70% gradimento) mimma Medaglia d'Oro 20 Novembre 2012 ore 12:57
voto al film:   7

Una vicenda di amore materno molto coinvolgente e intensa, delineata con tocchi intimistici e delicati, un segreto custodito interiormente, una sofferenza chiusa in se stessa che alla fine trova sbocco nella rivelazione della sua essenza dolorosa. Molto struggente; impossibile non immedesimarsi nelle vicissitudini affettive della protagonista.
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