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Ti amerò sempre racconta la storia di Juliette che torna a Nancy dopo aver trascorso 15 anni in prigione. Ritrovata Léa, sua sorella minore che l'accoglie in casa sua, Juliette vive rinchiusa in un'altra prigione fatta di dolore e di segreti incoffessabili. Da parte sua, Léa sembra avere una vita felice e serena, "normale": sposata con Luc, madre di due bambine, circondata da amici, fa un lavoro appassionante. Completamente diverse tra loro, le due sorelle riusciranno a ritrovarsi? |
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Il film inizia all'aeroporto di Nancy, dove Léa (Elsa Zylberstein) va per accogliere la sorella maggiore Juliette (Kristin Scott Thomas), che non vede da più di 15 anni. Juliette è infatti stata rinchiusa in prigione per un crimine inconfessabile e la famiglia l'ha rifiutata con forza. Il tempo passato, però, fa sì che Léa decide di accoglierla nella casa dove vive col marito Luc, il suocero e le loro bambine. Le due sembrano faticare a ritrovarsi, anche perché Juliette appare prigioniera del suo dolore mentre Léa sembra condurre una vita felice. A poco a poco, però, le verità vengono a galla e le situazioni si stravolgono. Lo scorrere del tempo fa emergere le qualità più femminili delle due protagoniste, la loro capacità di resistere ai segreti, di rimettere insieme i pezzi delle loro vite e di contrastare con forza il loro isolamento.
“Ti amerò sempre” – titolo meno pertinente dell'originale Il y a longtemps que je t'aime – è un film minimalista e che affronta temi forti con grande intensità e sensibilità. Il merito va prima di tutto al regista Philippe Claudel, alla sua opera prima ma con un passato e un presente da romanziere di successo. Una grande mano gliela dà però la bravissima Scott Thomas (“Il paziente inglese”), che vive a Parigi da 28 anni ma è al suo primo ruolo da protagonista in un film francese. I suoi primi piani che sembrano presi da un film di Ingmar Bergman ci portano dritti alla sua anima malinconica, che si esprime poco con le parole e molto con i piccoli e silenti gesti. Di grande rilievo anche la maturità con cui il regista decide di descrivere – con inaspettata complicità – i legami intimi e affettivi delle donne.
Philippe Claudel gira “Ti amerò sempre” con le tecniche narrative di un racconto per immagini e mostra grande capacità di raccontare la complessità con efficace semplicità. Riserva grande attenzione ai dettagli visivi di ogni inquadratura e dirige con buona padronanza gli attori, efficaci e puntuali nel creare atmosfere plumbee o riscaldare il clima a seconda delle necessità.
Con lo scorrere dei minuti le inquadrature si allargano e Juliette sembra, finalmente, uscire da una prigione interiore che forse non meritava. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Ti amerò sempre” |
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