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Le vicissitudini di Armida Miserere, direttrice di carcere inflessibile molto dedita al proprio lavoro, la sua vita infelice legata a un grave evento luttuoso (l'assassinio del compagno) vengono tratteggiate con impegno dal giovane regista che adopera uno stile asciutto e sobrio, con dialoghi ridotti all'essenziale. Però il risultato non va al di là di quello che a ragione si potrebbe definire un buon sceneggiato televisivo. Non certo per colpa dei bravi Golino/Timi...Storia vera, onesta, con interessanti spunti. Manca in verità quel qualcosa in grado di conferire maggior rilievo alla narrazione.
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