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Durante la visita per il servizio di leva nell’esercito israeliano, Joseph scopre di non essere il figlio biologico dei suoi genitori, poiché appena nato è stato scambiato per errore con Yacine, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania. La rivelazione getta lo scompiglio tra le due famiglie, costringendo ognuno a interrogarsi sulle rispettive identità e convinzioni, nonché sul senso dell’ostilità che continua a dividere i due popoli. |
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Ultimi commenti e voti |
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7
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Un film (pro)positivo in cui i valori della tolleranza e del vivere civile hanno la meglio sull’odio. Il conflitto ebraico-palestinese è solo uno sfondo comune alla vicenda delle due famiglie che vengono sconvolte dalla rivelazione dello scambio dei figli alla nascita.La storia punta sulla sensibilità femminile delle madri che scoprendo di avere un nuovo figlio cominciano ognuna per suo conto istintivamente ad amare la nuova creatura e a considerarla propria, in aggiunta alla famiglia, come una ricchezza e una risorsa e a questo proposito sono presenti nel film scene toccanti.Questo le distingue dagli uomini (padri e fratelli)che fanno di tutto per ignorare la nuova realtà non sapendo se affrontarla con durezza o con una fuga dalle responsabilità.Forse il tema non è originale, forse il regista ha seguito un disegno fin troppo ottimistico nel delineare una vicenda siffatta però il tutto è verosimile.Se il cinema deve lanciare un messaggio questo film lo fa, ed è un messaggio di pace.
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7
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Film che parla di pregiudizi, di speranza e di una possibile integrazione fra due popoli che si odiano, attraverso la storia di due famiglie Israeliana e Palestinese, dove gli vengono scambiati i figli alla nascita...da qui ne parte un percorso del film molto scorrevole ma senza eccessi e sconvolgimenti, forse si doveva osare di più.....voto cmq positivo
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7
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Film ricco di intelligenza e di sensibilità, nonosatante sia pervaso da un eccesso di ottimismo, soprattutto nel finale, e non brilli troppo per originalità. Credibili gli interpreti, bella la fotografia, profondi e condivisiili i temi. Un film che fa riflettere e non annoia, che sarebbe potuto certamente essere più coraggioso, ma che va accolto positivamente pur con i suoi limiti.
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7
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il messaggio del film vuole essere di speranza, pur in una realtà difficile come quella israelo - palestinese
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5,5
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Mosso da istanze pacificatorie, presentato in una veste dignitosa, pervaso dai buoni sentimenti che possono (nella fervida speranza della regista) aprire il mondo ad un futuro di convivenza pacifica e rispetto reciproco. La questione palestinese e la sua assurdità vista dall'occidente, viene qui raccontata attraverso la storia/metafora di due giovani scambiati alla nascita: il palestinese educato da una famiglia borghese ebrea, e l'ebreo allevato nella striscia di Gaza da una decorosa famiglia palestinese. Il pretesto piuttosto banale serve per raccontare il disagio che la rivelazione comporta e per mettere in scena le soluzioni di buon senso che ne derivano. Il racconto però, alimentato da tanto puerile ottimismo, appare meccanico e prevedibile. Una fiaba totalmente sganciata dalla realtà, con tipi umani tanto rari da stentare a credere che esistano veramente, dall'una come dall'altra parte. Tutto si risolve in maniera poco credibile e senza alcun senso del tragico. Occasione mancata.
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