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David Spritz, addetto alle previsioni meteorologiche su Channel 6, una stazione televisiva di Chicago, sta per affrontare la tanto desiderata svolta professionale. A turbare la felicità per la fortunata occasione di essere stato chiamato a New York a sostenere un'audizione per la celebre trasmissione mattutina "Hello America" è la sua vita privata che sta andando in malora. Oltre a dover affrontare la malattia del padre Robert, è costretto a definire il divorzio dalla moglie Noreen e a risolvere il difficile rapporto con i figli Shelley e Mike. |
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That’s America. Senza pietà, al di là d’ogni ideologia falsa e visionaria, che vuole raccontare un paese che non c’è ai suoi stessi abitanti.
David Spitzer (in arte Dave Spitz) vive questo paese reale-immaginario nel pieno delle sue potenzialità, vive male, un po’ come tutti, la sua ‘vita di merda’.
La sua personalità è lentamente annichilita nel confronto quotidiano con una famiglia che non è riuscito a tenere unita e per la quale non è in grado di muoversi: il rapporto con l’ex moglie degenera costantemente, con i figli non riesce mai ad entrare in sintonia e ne osserva errori ed infelicità incapace di muovere un passo nella giusta direzione (quella più difficile, of course).
La malattia del padre (bravo Michael Caine in una parte fatta di sguardi duri e poche parole) si rivela la chance per l’ennesimo fallimento, la dimostrazione di un’incapacità cronica di rapportarsi ai suoi cari che solo con l’avvicinarsi della morte dell’uno, ed una lenta presa di coscienza della propria infelicità dell’altro, verrà in parte superata.
Cosa rimane a David? Il suo lavoro. Anzi, un nuovo lavoro, quella che era solo una piccola possibilità e che adesso si concretizza, un’emittente nazionale con sede a New York ed uno stipendio milionario. Il lavoro ideale per chi volesse mettere su famiglia, dimostrare a chi sembra non avere fiducia in lui che vale qualcosa; invece per David carriera e felicità viaggiano su binari paralleli ma contrari, e non gli resta che gesticolare su uno sfondo di cartone illustrando all’America qualcosa che non c’è, prevedendo qualcosa che non si può prevedere, parlando del vento, e riuscire a capire che è questa la vita.
Deprimente. Il cinema e la realtà: si rimpiange la fantasia, amaramente. |
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Un ottimo Nicolas Cage (ai tempi lontano da progetti raccapriccianti Ghost Rider e Drive Angry) veste i panni di Dave Spritz, che grazie alla tv ha ottenuto la notorietà (ambivalente) e un lavoro né nobile né impegnativo, ma molto ben pagato. Tuttavia la sua autostima è sotto le scarpe: matrimonio fallito, incomprensione dei figli e consapevolezza di aver buttato via la possibilità di fare qualcosa di veramente edificante, che avrebbe reso fiero il padre premio Pulitzer. Poco rumoroso, senza spunti eclatanti, è una commedia amara, leggera e scorrevole, priva di autocommiserazione, impreziosita dalla carismatica presenza di Caine e dalle musiche del grande Hans Zimmer. Estremo saluto al sogno americano e al mito della seconda opportunità, mi ha ricordato (paragone da prendere con le molle) American Beauty.
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Bravo Cage ad interpretare un uomo di successo nel lavoro, che pero' non lo ripaga delle amarezze della vita familiare, dal difficile rapporto col padre dalla personalita' "ingombrante" alla gestione maldestra del divorzio dalla moglie...quantomai verosimile.
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Colonna sonora ottima, come le inquadrature, la recitazione , la caratterizzazione dei personaggi e la loro crescita. un'ottima comedia drammatica. Peccato vederne così poche.
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