Il nuovo film di David O. Russell, il moderno cantore delle persone comuni che ce la fanno nonostante la dolce zavorra dei legami parentali, stavolta non sa bene che strada prendere, così sbanda tra la commedia, la fiaba e il biopic più tradizionale, ma le falle della sceneggiatura riescono ad essere cancellate dalla presenza vitale di Jennifer Lawrence, cuore pulsante della pellicola. |
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Ultimi commenti e voti |
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Se non ci fosse Jennifer Lawrence, il film sarebbe da dimenticare. Sceneggiatura debole e pasticciata con molte situazioni che scadono nel macchiettismo, il che non aiuta ad innamorarsi dei personaggi come si dovrebbe. Però c'è Jennifer. Peccato che il suo riscatto finale finisca per impegolarsi in una noiosa vicenda di brevetti che in fin dei conti emoziona assai poco.
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Non ho ben capito per quale ragione la sceneggiatura sia considerata-con sdegno- debole. Joy ha inventato il mocio che si strizza da solo in un contesto socio culturale basso, con la madre matta fissa a letto e il marito ispanico, il padre donnaiolo, la sorella invidiosa e la nonna tra le nuvole. Di cosa avrebbero dovuto parlare, realisticamente, di filosofia moralista? Citare Montaigne? Il film scorre, loro sono bravi, lei molto brava. Insomma non annoia e dà speranza e alla fine - se vieni da una famiglia complicata- empatizzi. E allora? Perché no?
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5,5
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Il felice impasto di dramma e commedia che aveva caratterizzato gli ultimi fortunati film di Russel questa volta non funziona affatto, nonostante l'impegno di una pur ammirabile Jennifer Lawrence. Colpa di una sceneggiatura fragile, prevedibile, incoerente, costellata di cadute di stile a tratti imbarazzanti. Deludente sotto ogni aspetto.
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6,5
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Un film su una delle possibili rappresentazioni del "sogno americano", dove pure l'ultimo può sognare di sfondare nella vita, nonostante il cinismo della società. Il film può sembrare a tratti bizzarro e strampalato, ma invece conserva perfettamente un suo filo logico e morale, e le oltre 2 ore scorrono con piacere. Buone le interpretazioni, con Jennifer Lawrence superlativa. Colonna sonora molto bella, con la leggendaria "Racing in the street" di Bruce Springsteen a brillare come un diamante in versione "instrumental", violentata (ahimé) dall'interruzione del primo tempo (imperdonabile).
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Forse questo è il peggior film di Russell: confuso, involontariamente grottesco, piatto, banale. Jennifer Lawrence è letteralmente l'anima del film, l'unico motivo, forse, per vederlo, qui alla sua miglior performance in carriera («... ed ha solo 25 anni»).
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