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Il ritorno sullo schermo di un grande maestro in un thriller intrigante e raffinato.
Una giovane e ambiziosa conduttrice televisiva viene sedotta e manipolata da un maturo ed egocentrico scrittore sposato, che ne fa un’amante esperta e la introduce ai giochi viziosi del jet set parigino. Abbandonata dall’anziano amante, la ragazza si consola tra le braccia di un giovane miliardario psicologicamente instabile, da tempo innamorato di lei, e arriva addirittura a sposarlo. Ma il giovane non resiste alla gelosia e il triangolo amoroso avrà conseguenze imprevedibili... |
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Amicizie pericolose. Sovrastruttura morale: "La perversità è l’arte di trasformare il bene in male" che, grazie al linguaggio del cineasta, viene a crearsi al di sopra della storia (il senso della qualità autonoma). Sovrapposizione al significato secondo (analisi di costume), e ben più importante di quello del semplice intrigo amoroso, che viene a sostituirsi ai personaggi ed agli avvenimenti ipocriti dell’apparenza aristocratica; 'meccanica perfetta' delle buone maniere caricaturali (irresistibile avventura galante), impeccabile riflessione universale. Arricchendo così il film di un valore di passione e lucidità, di una densità di risvolti psicologici, elementi tradizionali che Claude Chabrol, ambizioso 'ammiratore' di Hitchock, sembra avere appreso sensibilmente.
Il gioco dell’enfasi, l’attrazione (colpevole) viva e autentica, attributi registici affidati a liturgici rituali di fragole e sangue: un grande amore per il cinema. Chabrol riesce a riassumere tutta la vicenda in un sottile gioco fra il bene ed i male. Fra delle pedine astratte (dettagli simbolici) mosse da una forza superiore, panoramiche inquietanti alla quale i giovani protagonisti si abbandonano. Con una abilità fuori dal comune nel trattare il tempo cinematografico, alternando continuamente i tempi morti a quelli convulsi, quelli drammatici a quelli rilassati, dominando il film sulla realtà e le apparenze, nei suoi significati psicologici, guidando certi elementi più facili dello spettacolo (gli amanti diabolici) ed altri anche evidenti della denuncia sociale (la borghesia, il potere del denaro) il regista riesce a trasfigurarli (corpi e amori dello spirito), a ricondurli su di un piano espressivamente uniforme che trascende il contesto del racconto, i carnefici coscienti dal 'virtuosismo affettuoso': ecco il grande merito di Chabrol. La 'convenzione' allora non impedisce ogni sorta di adesione. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “L'innocenza del peccato” |
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Addio a Chabrol: merci pour le cinema (13 Settembre 2010)
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"L'innocenza" di Claude Chabrol (29 Gennaio 2008)
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Claude Chabrol prepara "La fille coupée en deux" (15 Luglio 2006)
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