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Scrive Gianni Amelio nella prefazione al volume: «Parlare di Robert Altman è guardare dritto nello schermo il cinema americano degli ultimi quarant’anni. Nessuno, meglio e più di lui, ha sentito e raccontato il proprio paese dentro e fuori dal mito e dai generi. Forse per questo è stato spesso fuori moda. Il cinema di Altman ci appare oggi come un’immensa Nashville senza confini di tempo e di spazio, un palcoscenico dove chi non riesce a inventarsi - l’attore che non scrive la sua parte - rischia di restare inesorabilmente fuori campo. Anche al critico può accadere la stessa cosa: di non sapere entrare nel mondo di Altman per incapacità di mettere in gioco ogni volta il proprio ruolo. Questo libro di Emanuela Martini somiglia ai film di Altman: è tutto tranne ciò che abbiamo già letto o ci aspettiamo di leggere. Nessun tono dottrinale, ma il diario di uno spettatore innamorato che vuol dividere con noi quaesto amore». |
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