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Pubblicato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, “Il processo di Maria Tarnowska” fa luce su un progetto di film che Luchino Visconti mai realizzò, di cui poco si sa, soprattutto perché si riteneva che la sceneggiatura originale fosse andata perduta. Questo volume riporta alla luce, finalmente, per la prima volta il copione originale, finora inedito e solo recentemente ritrovato, scritto a quattro mani da Luchino Visconti insieme a Michelangelo Antonioni, Antonio Pietrangeli, Guido Piovene, nel 1946. Si tratta di un progetto di film a lungo accarezzato dal regista e mai realizzato, ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto, che fece scalpore nella Venezia di inizio Novecento, protagonista una donna e la sua lunga schiera di amanti, vittime di una passione amorosa non comune. In particolare, fatto che ispirò la sceneggiatura e il progetto di film di Visconti, la contessa russa Maria Tarnowska viene arrestata e messa sotto processo il 4 marzo 1910 presso la Corte d'Assise di Venezia, con l’accusa di aver fatto uccidere un conte, suo promesso sposo da un giovane amante, usato allo scopo per ottenere i soldi dell’assicurazione sulla vita del ricco pretendente. «Non ha ancora trent’anni ma almeno sei uomini si sono rovinati per lei; due sono morti tragicamente e quattro hanno abbandonato mogli e figli». Così scrivono i giornali dell’epoca durante il processo che coinvolge e appassiona l’opinione pubblica italiana come mai era accaduto prima. Insieme alla sceneggiatura, il volume raccoglie gli interventi critici di importanti studiosi (Teresa Antolin, Antonio Maraldi, Carlo Montanaro, Veronica Pravadelli, Gianni Rondolino), che oltre a contestualizzare il testo a livello storico, ne ricostruiscono l’importanza all’interno della filmografia di Visconti. Introduzione di Alberto Barbera. |
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