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1882: Virgil Cole ed Everett Hitch vengono assoldati dagli abitanti di una cittadina senza legge che devono difendersi dai soprusi di Randall Bragg, proprietario terriero e uomo senza scrupoli. Tuttavia, l'arrivo di un'attraente vedova scombussolerà i piani dei due amici... |
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- E’ la legge
- E’ la tua legge
- E’ la stessa cosa
Sembrava che il genere western avesse detto tutto, e che fosse ormai cristallizzato nella storia del cinema; ma come il musical sta riprendendo vita negli ultimi anni, così il western dimostra di avere ancora da dare. Non si tratta di rivisitare in chiave moderna un genere andato, ma di scoprire nuove forme al suo interno, così come la frontiera che si spostava verso Ovest era vastissima ed ogni posto, pur così simile, era diverso da ogni altro.
Anche se è tratto dal romanzo “Appaloosa” di Robert B. Parker, questo film è una creazione di Ed Harris: è il quasi sessantenne regista di “Pollock” a prendere il libro e a trarne una sceneggiatura brillante insieme a Robert Knott, a cercare i soldi per produrlo modellandolo nel frattempo addosso ad attori di altissimo livello, iniziando da se stesso. Davanti alla macchina da presa Ed è Virgil Cole, sceriffo abituato a dettare la sua legge in paesi allo sbando per riportarli alla normalità; sembra il classico “uomo tutto d’un pezzo”, sul modello di John Wayne, ma si scopre capace di commettere errori e di mettere in discussione l’amicizia per una donna, la donna per il lavoro, il lavoro per una vita più tranquilla. Accanto a lui Viggo Mortensen nei panni di Everett Hitch, vicesceriffo, da dodici anni in coppia con Virgil. Di estrazione militare, spintosi ad Ovest alla ricerca di qualcosa dentro di sé, Everett prende spessore man mano che il film procede, rivelandosi alla fine l’unico reale eroe della frontiera, in grado di connettere presente e passato e di fare scelte da pistolero senza radici. La donna, Allison French, è Renée Zellweger: anche lei inizialmente sembra il personaggio femminile che la tradizione ci ha consegnato, la Angie Dickinson di “Un dollaro d’onore” o la Claudia Cardinale di “C’era una volta il West”; ma anche per lei le scene si susseguono rivelando una figura meno dipendente dai cliché, con una sofferenza mai mostrata ma dimostrata, venendo a determinare un bisogno che niente ha di nobile ma appartiene all’essere umano quale specie in pericolo di estinzione. Tratteggiati questi grandi protagonisti, risultano meno innovativi i “cattivi”, anche se è proprio la figura di Randall Bragg (Jeremy Irons) a riassumere meglio, con il suo cambiamento, il procedere del tempo con un nuovo presente che si sovrappone al passato che tutti loro rappresentavano.
Siamo di fronte ad una grande storia, un’altrettanto grande prova corale di un cast di primissimo livello, condotto da una regia sapiente nonostante la poca esperienza di Harris, con il risultato di un miglioramento nella seconda parte al contario della stragrande maggioranza dei film. |
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Ogniqualvolta appare un film come Appaloosa, e questo periodicamente succede, le voci di chi vorrebbero il western come un genere morto vengono messe a tacere. Certo, non gode di ottima salute, se è vero come è vero che non sono certo molti quelli che, come Ed Harris si prendono la briga di rinverdire i fasti di un genere immortale. Il famoso attore, qui anche regista, lo fa mettendo uno sull'altro una serie impressionanti di stilemi western e citando a mani basse tra i capisaldi della storia del genere, a voi il gusto di trovarli. La regia è tutto sommato buona ma il vero punto forte sono i personaggi sospesi tra la grinta impossibile degli Spietati di Clint e l'ironia surreale di un Jarmush a colori. Harris si diverte in particolare a giocare con i cliché, i luoghi comuni, strappando più di un sorriso. Lungi dall'essere un capolavoro rimangono i 114 min. spesi bene.
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Un buon western dove i dialoghi sono il piatto forte del film. Diamo il bentornato al Western di stampo classico! Film da vedere
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News sul film “Appaloosa” |
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Viggo Mortensen sceriffo in "Appaloosa" (14 Dicembre 2007)
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