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La piccola Chihiro sta viaggiando con i genitori verso la sua nuova casa. Improvvisamente il padre e la madre vengono attratti da alcune strane rovine. Affascinati e affamati si fermano per dare un'occhiata e per cercare qualcosa da mangiare. Nel frattempo la bambina si guarda intorno: quando cala la notte le porte di un nuovo straordinario mondo si aprono per lei. Per ritornare al suo mondo e riabbracciare i genitori, Chihiro affronterà avventure incredibili, conoscerà personaggi straordinari e imparerà il senso dell'amicizia. |
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"L’ultima prova per diventare grandi è un viaggio di sola andata verso la più sana immaginazione."
Come Conan, Nausicaa e la stessa Mononoke, anche la piccola Chihiro è una viaggiatrice suo malgrado: sta seguendo i suoi genitori in un’altra città e lungo quel triste tragitto s’è ritrovata d’un tratto, assieme a loro, davanti a quel tunnel e infine in quel paese apparentemente desolato. Se solo avessero dato ascolto ai suoi disperati consigli di andare via da lì, di non toccare nulla e soprattutto di non ingozzarsi delle inenarrabili leccornie di cui erano imbandite quelle tavole, mamma e papà non si sarebbero trasformati in maiali ed ora non rischierebbero d’essere dati a loro volta in pasto alle creature di quel mondo…Ma ormai il danno è fatto e la povera ragazzina si ritrova praticamente orfana in quello strano paese che, sul calare della notte, s’illumina a festa e si popola di incredibili creature: spiriti e divinità dalle forme più strane.
Eppure, come tutti i piccoli protagonisti di Miyazaki, anche Chihiro imparerà ben presto a sopravvivere e troverà la sua (e altrui) salvezza facendo tesoro della propria sensibilità, ovvero della sua capacità di stare "nel" mondo; in quel mondo incredibile con quella sincera umiltà, ma anche con quella lucida intelligenza, che è propria di tutti quegli eroi da sempre destinati a salvare se stessi e il proprio mondo in ragione della loro nobile esistenza.
"La città incantata" è forse l’opera più ampia e aperta di Hayao Miyazaki, quella che maggiormente si concede a un gioco libero e straripante della fantasia, adattandosi a un autentico piacere estetico.
Partendo da una visione del mondo sostanzialmente segnata dall’angoscia, Miyazaki modella la tensione negativa in un percorso onirico, una sorta di viaggio nell’inconscio reso necessario dal difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza, con la sola forza dell’immaginazione che è funzione stessa della creazione, del mondo, dunque della realtà.
Chihiro e i suoi compagni non mancheranno quindi di coinvolgere e travolgere quelle avventure ricche di svolte fantastiche, di sovrapposizioni di universi, di trasformazioni. E se la logica è quella del sogno, quando Chihiro libera i suoi genitori e le luci della "città incantata" si spengono, vorremmo quasi, anche per un solo istante, poterle riaccendere e reimmergerci ancora una volta in un mondo che sentiamo invece già lontano, irrimediabilmente perduto.
Orso d’oro a Berlino 2002.
Premio Oscar 2003 come miglior film di animazione. |
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Commenti del pubblico |
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