|
Film in due parti completamente distinte. Nella prima la giovane Anita torna, alla fine della guerra, dall'incubo di Auschwitz e cerca di rientrare nel mondo dei vivi rendendosi presto conto che essere ebreo continua ad essere un problema anche fuori dal nazismo. In questo caso Faenza da un interessante contributo storiografico alle vicende dei superstiti, dopo l'olocausto. Purtroppo peró, senza molta coesione il film vira verso un melodramma sentimentale poco coerente e che con il passare dei minuti risulta addirittura noioso per sfociare in un finale poco convincente. Un film a metà
|
|