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Recensione: Il figlio di Saul

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Il figlio di Saul
titolo originale Saul fia
nazione Ungheria
anno 2015
regia Laszlo Nemes
genere Drammatico
durata / note 107 min. / opera prima
distribuzione n.d.
cast G. Röhrig (Saul) • L. Molnár (Abraham) • K. Dobrowolski (Mietek) • U. Rechn (Biedermann) • T. Charmont (Braun) • S. Zsótér (Dottore)
sceneggiatura C. RoyerL. Nemes
musiche L. Melis
fotografia M. Erdély
montaggio M. Taponier
uscita nelle sale 21 Gennaio 2016
media voti redazione
Il figlio di Saul Trama del film
Nel campo di sterminio di Auschwitz un prigioniero è incaricato di bruciare i corpi degli altri reclusi. Caduto in una profonda crisi umana e spirituale, l'uomo cerca il riscatto tentando di salvare dal quella sorte i resti di un bambino che crede essere suo figlio.
Scheda a cura di Fabiana Proietti










L’orrore dell’Olocausto rivive in un’estetica profondamente contemporanea, figlia del videogame, che la via Crucis attraverso i livelli del campo di concentramento sembra riprodurre, in perenne semi-soggettiva alle spalle del protagonista. Se anche a tratti affiora il dubbio che il cuore dell’opera sia unicamente nella sua forma, Nemes realizza una tesa parabola sulla bestialità umana, dove la prospettiva metonimica non fa che rafforzare la potenza visiva.
REGIA - FOTOGRAFIA - MONTAGGIO - RITMO - ORIGINALITÀ - IMPEGNO - POETICITÀ - TENSIONE - EFFETTI SPECIALI - COSTUMI - EFFETTI SONORI
SCENEGGIATURA - MUSICHE
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Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) giulia 26 Febbraio 2017 ore 20:53
voto al film:   7

Utente di Base (34 Commenti, 60% gradimento) franz65 29 Giugno 2016 ore 01:18
voto al film:   7

il film ha spunti notevoli, momenti di grande intensità narrativa dovuti essenzialmente alla scelta dell'inquadratura in soggettiva, dolorosa e asfissiante. Ma ha anche grandi limiti. E' difficile rappresentare l'orrore, compito improbo, ancora più difficile rappresentare l'orrore della shoah: anche in questo caso il tema si appoggia quasi del tutto sul fatto che il pubblico conosce la terribile ferocia della vicenda storica e a questa rimanda per dare un senso ai non pochi vuoti della vicenda narrata.
Medaglia d'Argento (164 Commenti, 65% gradimento) Clavius Medaglia d'Argento 23 Marzo 2016 ore 15:43
voto al film:   8

Il giovane regista ungherese gira un film originale e potente. Esteticamente di grande impatto e utilizzando un linguaggio cinematografico innovativo, viene rappresentato l'Inferno. Del nazismo solo echi lontani. Ad essere gridato è l'orrore tal e quale nel quale affoga e si perde l'uomo. Il finale catartico e bellissimo è l'unico raggio di luce in uno spaventoso e claustrofobico viaggio nelle tenebre dell'immorale. La conservazione di una flebile umanità anche durante la notte dell'etica è ciò che resterà. Anche alla fine della Storia.
Medaglia d'Argento (171 Commenti, 75% gradimento) Bardamu1991 Medaglia d'Argento 17 Febbraio 2016 ore 15:57
voto al film:   6

Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 8 Febbraio 2016 ore 17:15
voto al film:   7,5

Film potentissimo, in grado di restituire forza a un tema ormai abusato cinematograficamente come quello dell'olocausto; film originale e coraggioso, per quanto di non facilissima digestione (astenersi stomaci deboli), che brilla soprattutto per la regia, che tampina il protagonista con la macchina da presa lasciando tutto il resto sullo sfondo. Un viaggio all'inferno di sicuro impatto, che racconta "una questione privata" sullo sfondo della tragedia collettiva, un po' come il romanzo di Fenoglio.
Utente di Base (22 Commenti, 42% gradimento) Bao_Luo 29 Gennaio 2016 ore 10:46
voto al film:   9

mi chiedo chi possa dire che il pregio dell'opera sta solamente nella forma. comedire che non c'è emozione.
a chi lo considera qualcosa di più di un esercizio formale: leggete anche l' intrvista a Nemes che c'è nella pagina, fa capire ancora di più.
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