|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Nel campo di sterminio di Auschwitz un prigioniero è incaricato di bruciare i corpi degli altri reclusi. Caduto in una profonda crisi umana e spirituale, l'uomo cerca il riscatto tentando di salvare dal quella sorte i resti di un bambino che crede essere suo figlio. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
L’orrore dell’Olocausto rivive in un’estetica profondamente contemporanea, figlia del videogame, che la via Crucis attraverso i livelli del campo di concentramento sembra riprodurre, in perenne semi-soggettiva alle spalle del protagonista. Se anche a tratti affiora il dubbio che il cuore dell’opera sia unicamente nella sua forma, Nemes realizza una tesa parabola sulla bestialità umana, dove la prospettiva metonimica non fa che rafforzare la potenza visiva. |
|
|
|
|
REGIA - FOTOGRAFIA - MONTAGGIO - RITMO - ORIGINALITÀ - IMPEGNO - POETICITÀ - TENSIONE - EFFETTI SPECIALI - COSTUMI - EFFETTI SONORI | |
|
SCENEGGIATURA - MUSICHE | |
| ---
|
|
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
|
|
|
|
il film ha spunti notevoli, momenti di grande intensità narrativa dovuti essenzialmente alla scelta dell'inquadratura in soggettiva, dolorosa e asfissiante. Ma ha anche grandi limiti. E' difficile rappresentare l'orrore, compito improbo, ancora più difficile rappresentare l'orrore della shoah: anche in questo caso il tema si appoggia quasi del tutto sul fatto che il pubblico conosce la terribile ferocia della vicenda storica e a questa rimanda per dare un senso ai non pochi vuoti della vicenda narrata.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
Il giovane regista ungherese gira un film originale e potente. Esteticamente di grande impatto e utilizzando un linguaggio cinematografico innovativo, viene rappresentato l'Inferno. Del nazismo solo echi lontani. Ad essere gridato è l'orrore tal e quale nel quale affoga e si perde l'uomo. Il finale catartico e bellissimo è l'unico raggio di luce in uno spaventoso e claustrofobico viaggio nelle tenebre dell'immorale. La conservazione di una flebile umanità anche durante la notte dell'etica è ciò che resterà. Anche alla fine della Storia.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
Film potentissimo, in grado di restituire forza a un tema ormai abusato cinematograficamente come quello dell'olocausto; film originale e coraggioso, per quanto di non facilissima digestione (astenersi stomaci deboli), che brilla soprattutto per la regia, che tampina il protagonista con la macchina da presa lasciando tutto il resto sullo sfondo. Un viaggio all'inferno di sicuro impatto, che racconta "una questione privata" sullo sfondo della tragedia collettiva, un po' come il romanzo di Fenoglio.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
|
|
|
|
mi chiedo chi possa dire che il pregio dell'opera sta solamente nella forma. comedire che non c'è emozione. a chi lo considera qualcosa di più di un esercizio formale: leggete anche l' intrvista a Nemes che c'è nella pagina, fa capire ancora di più.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
News sul film “Il figlio di Saul” |
|
|
|
David di Donatello: vincono Genovese, Garrone e Mainetti (19 Aprile 2016)
|
|
|
Le nomination ai David per documentario, corto e film straniero (31 Marzo 2016)
|
|
|
"Il figlio di Saul" torna in sala per due giorni ( 7 Marzo 2016)
|
|
|
Gli Oscar 2016 ( 1 Marzo 2016)
|
|
|
I vincitori dei Golden Globes 2016 (18 Gennaio 2016)
|
|
|
Le nominations agli Oscar 2016 (14 Gennaio 2016)
|
|
|
I candidati all'Oscar per il Miglior film straniero (24 Dicembre 2015)
|
|
|
Palma d'oro a "Dheepan" di Audiard, italiani a secco (25 Maggio 2015)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|