Sono rimasto seenza parole e con le lacrime agli occhi.

Il figlio di Saul, il cinema delle immagini. Il labirinto del silenzio, il cinema della parola. Diversi, ma altrettanto coinvolgenti: due film che non dimenticherò mai.

mi chiedo chi possa dire che il pregio dell'opera sta solamente nella forma. comedire che non c'è emozione.
a chi lo considera qualcosa di più di un esercizio formale: leggete anche l' intrvista a Nemes che c'è nella pagina, fa capire ancora di più.

Mi identifico con quello che hanno scritto ale84 e DarkKnight.
Uno contributo alla scoperta di una nuova e più consolante idea dell'amore.

Un nuovo, commovente e magistrale, Schindler's List.

Fa il paio con KREUZWEG.

Anche se la storia è un po' scontata, è un film delizioso.

Condivido profondamente la visione del regista. Con le mie parole, cerco da sempre di spiegare ai miei figli che la guerra è questa, quella dei vicini di casa che diventano i carnefici e dei pozzi avvelenati da chi vuole arricchirsi vendendo l'acqua. La scena della scoperta dei genitori morti, pur nella sua sobrietà, è terribile ...

povero di mezzi ma ricco di poesia ...

mi viene spontaneo "Magistrale!"

non vale i soldi del biglietto. Ci sono andato perché My Movies gli dava 3 stellette: a metà stavo per andarmene (come peraltro hanno fatto due spettatori sui circa trenta presenti). Mi sono detto: visto che sono qui, vediamo almeno come va a finire. Era meglio che andavo... (rif. rap finale).

Mi ritrovo nei commenti già arrivati, che mi sembrano quasi unanimi. L'unica cosa in cui non mi ritrovo è la trama riportata all'inizio di questa scheda.

Dal punto di vista tecnico, l'opera è sicuramente notevole. Da quello del messaggio che comunica agli spettatori, personalmente non riesco a condividerlo. Mi sembra che Eastwood spinga tanto sulla crudeltà del nemico per coprire il senso di colpa che prova chi ha il compito di uccidere il più possibile (e che secondo me prova anche lo spettatore che si immedesima).
Non ho capito una cosa: gli stemmi (aquile?) che un militare fissa sulla bara di Kyle in così gran numero corrispondono forse al numero di nemici uccisi?
Spero di sbagliarmi ...
Il mio problema è che quando devo mettere il voto al film, non so se premiare la tecnica o il messaggio.

mi ritrovo perfettamente nel commento di ale84

Pensavo che l'invisibilità dichiarata nel titolo fosse una metafora e che il film fosse una riflessione sulla ricerca dell apropria identità nell'adolescenza. Chissà perché, mi ero fatto l'idea di un film tipo "Il ragazzo dai capelli verdi". In effetti, all'inizio la cosa parte bene, ma quando entrano in campo i servizi segreti russi ... La metafora si squaglia e si finisce in un fantasy delirante ... Devo comunque ammettere che la storia è costellata di personaggi e situazioni divertenti, basta non prenderle sul serio (come purtroppo faccio sempre io). Comunque è una scivolata di Salvatores verso il successo facile, forse un "cinepanettoncino".

FORSE CONTIENE SPOILER, vedete voi...
Le tematiche dei meccanismi dei successi editoriali, dei genitori che giocano i figli nella partita del successo, del ruolo dei media nel creare eroi e mostri) sono affrontati con un taglio di critica sociale che rimane a un livello superficiale e colleziona solo una serie di luoghi comuni. Nel finale, poi, la protagonista passa il messaggio che il matrimonio giustifica anche vivere e fare figli insieme a chi ha cercato in tutti i modi di mandarti sulla sedia elettrica e che ha ucciso in modo sanguinario per riprendersi una rispettabilità sociale. Ma allora, forse, è il film stesso che mostra come, per raggiungere il successo, si possa giocare sposare sensazionalismo e amoralità.
Si salva l'interpretazione in particolare dei due protagonisti.

avevo dimenticato il voto!

Mommy è uno di quei film nei quali ti dimentichi di essere al cinema. Intelligente, originale e coinvolgente. Dolan ha tratteggiato i caratteri dei tre protagonisti con grande bravura.
Vi chiedo una cosa: nei quadri introduttivi viene citata una legge dello stato del Canada (che non ho fatto in tempo a leggere) e che ho intuito che ha a che fare con la scelta della madre di far ricoverare il figlio. Senza questo dato, la decisione rimane meno giustificata. Mi sapete dare un riferimento?

Flavia, leggendo il tuo speciale ho capito aspetti della fantascienza e del cinema a cui non sarei mai arrivato. Grazie

Sono d'accordo con AleRocco sull'interpretazione delle due protagoniste. Personalmente ho trovato il film un po' intellettuale e non molto coinvolgente (avevo visto da poco Melbourne). Una osservazione: non vi sembra che la storia del serpente del maloja (e così anche l'ambientazione a Sils Maria) sia un po' superflua? ... e se Valentine avesse abbandonato Maria in una strada di New York il film sarebbe stato meno convincente?

Sono andato a vederlo perché sollecitato dalle discussioni nel mio ambiente di lavoro sulla "conformità scientifica" del film, che sarebbe garantita da un prestigioso fisico, Kip Thorme (vedi "The science of interstellar" scritto da lui). Da questo punto di vista il film è pieno di "buchi" da non valere la pena di parlarne. Ha ragione Anathema quando dice che non si va a vedere un film per il suo contenuto scientifico: la fiction non ha le regole del documentario. Quello che è interessante è il fatto di aver mobilitato una parte (fortunatamente marginale) della comunità scientifica per aumentare gli incassi. Dal punto di vista cinematografico, il film è una collezione di deja-vu (Odissea 2001, Guerre stellari, ecc.) e di scemate. Il protagonista rivede la figlia dopo tanti anni (non si capisce bene: 120?), la saluta e se ne va.

una tensione quasi insopportabile.