Il film parte come una commedia alla Allen, con serrati dialoghi fra coppie intellettuali newyorkesi. Ma, benché risenta a tratti di una scrittura a tesi, Baumbach indovina il ritratto malinconico di una generazione presa in mezzo, incapace di eguagliare la grandezza dei padri e sprovvista del cinismo rampante dei più giovani. Con un Ben Stiller sognatore che appare, film dopo film, sempre più vicino all’idealismo di un Frank Capra |
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Ultimi commenti e voti |
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Adoro lo stile di Baumbach, così fresco e singolare. "Per diventare giovani ci vogliono molti anni", sentenziava Picasso. Lo scontro (o incontro?) generazionale è qui narrato con finezza, mediante una sceneggiatura che prospera nel meta-cinema. Si ride e si sorride molto, anche in modo amaro. Non solo per questo, i film di Baumbach ricordano il primo Allen per temi, mood e ambientazione (ancora NY, stavolta Brooklyn e non Manhattan). Peccato per il finale un po' consolatorio, ottime le interpretazioni del poker di protagonisti. Inferiore al bellissimo 'Frances Ha', così luminoso e autentico nel suo bianco e nero, questo 'While We're Young' non sfigura nella filmografia di Baumbach. Che si riscopre felicemente prolifico ed esce presto con il nuovo 'Mistress America', di cui si dice un gran bene. p.s.: scelta eccezionale e di gran gusto mettere nelle mani di un attore un disco dei Wilco: il capolavoro 'Yankee Hotel Foxtrot'.
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Sono d'accordo, il precedente Frances Ha era diun altro livello, superiore. In generale mi e' piaciuta l'ambientazione, il contrasto tra le coppie e' molto ben riuscito e divertente, inoltre le isterie hipster cosi evidenziate mi hanno davvero fatto ridere. La trama lascia un pochino a desiderare, non mi ha convinto molto. Tutto sommato carino.
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Non al livello del precedente Frances Ha, questo Giovani si diventa non meritava nemmeno di essere relegato a metà luglio tra blockbuster di serie B e avanzi di stagione un po' maleodoranti, perché nonostante qualche forzatura nella sceneggiatura (la commedia che vira al giallo, la contrapposizione generazionale un po' schematica) rimane un film gradevole e non banale, che parla del passare del tempo, della sincerità, dei limiti, con una divertita malinconia. Brava come sempre Naomi Watts, credibile Ben Stiller, che invecchiando migliora come il vino, perfetto Adam Driver, già ammirato nell'ultima pellicola di Costanzo.
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