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Recensione: Quel fantastico peggior anno della mia vita

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Quel fantastico peggior anno della mia vita
titolo originale Me & Earl & the Dying Girl
nazione U.S.A.
anno 2015
regia Alfonso Gomez-Rejon
genere Drammatico
durata 104 min.
distribuzione n.d.
cast T. Mann (Greg) • R. Cyler (Earl) • O. Cooke (Rachel) • M. Shannon (Denise) • J. Bernthal (Sig.McCarthy) • H. Jackman
sceneggiatura J. Andrews
musiche B. EnoN. Muhly
fotografia C. Chung-hoon
montaggio D. Trachtenberg
uscita nelle sale 10 Dicembre 2015
media voti redazione
Quel fantastico peggior anno della mia vita Trama del film
Il liceale Greg e il suo compagno di lavoro Earl passano le loro giornate a fare parodie di film classici e a perdere tempo in vari modi. La loro visione del mondo è scossa quando scoprono che ad una loro compagna di classe è stato diagnosticato un cancro.
Scheda a cura di Rosario Sparti










Quando il racconto di formazione incontra il cancer movie non resta che attendersi il peggio, Colpa delle stelle docet. Il maggior merito di questa bizzarra pellicola, che cade in alcuni cliché del Sundance movie, infatti è insito nella sua capacità d’evitare le convenzioni legate a un tema simile, riuscendo invece a risultare fresco, originale e divertente. Oltre ad essere un’appassionata lettera d’amore al potere taumaturgico del cinema.
REGIA - MUSICHE - FOTOGRAFIA - IMPEGNO - HUMOUR
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Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) giulia 13 Febbraio 2017 ore 20:22
voto al film:   7

Utente di Base (3 Commenti, 0% gradimento) Amarantolo 20 Gennaio 2017 ore 15:31
voto al film:   6

Utente di Base (10 Commenti, 55% gradimento) ossidiseppia 24 Gennaio 2016 ore 16:23
voto al film:   6

Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 1 Gennaio 2016 ore 18:30
voto al film:   7

Il film da Sundance è sempre più riconoscibile e standardizzato: si può quasi dire che costituisca una nuova convenzione cinematografica, parallela e concorrenziale rispetto a quella hollywoodiana. Questo non significa che gli esiti artistici siano necessariamente da buttare: il film di Gomez-Rejon lo conferma, con la sua capacità di divertire e commuovere senza cadere nel melodrammatico. Quella freschezza di cui parlano molti spettatori è però molto cercata e costruita, in alcuni punti l'artificio si sente, non tutte le scene e le trovate sono perfettamente riuscite; peccati veniali per un film complessivamente riuscito, e di cui consiglio senz'altro la visione, ma che in fondo è meno coraggioso, sincero e indipendente di quanto dichiara orgogliosamente di essere.
Utente di Base (17 Commenti, 31% gradimento) Cisky 29 Dicembre 2015 ore 17:52
2 1
voto al film:   8

Non è proprio una recensione... ma è il miglior film visto quest'anno, o per lo meno l'unico con una storia diversa dal solito.
E il Sundance è uno dei pochi festival internazionali che ogni anno tira fuori almeno un gran bel film. Ho visto due giorni dopo anche Fruitvale Station, presentato allo stesso festival due anni prima, molo bello... nel 2012 Re delle terre selvagge, nel 2011 Another Earth..
Insomma uno dei pochi luoghi in cui si presentano film atipici e piu coraggiosi del solito
Utente di Base (9 Commenti, 12% gradimento) BlackSmurf 17 Dicembre 2015 ore 13:26
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (264 Commenti, 70% gradimento) mimma Medaglia d'Oro 15 Dicembre 2015 ore 15:06
1
voto al film:   7,5

Con un occhio o forse più a Wes Anderson il film risulta già a prima vista talmente ricco di invenzioni cinematografiche originali e divertenti da apparire –in taluni punti-persino un po’ lezioso.La storia è filtrata attraverso la prospettiva di un diciassettenne americano all’ultimo anno di liceo: il mondo esterno, gli adulti (spesso tratteggiati come delle macchiette), i colleghi sono come li vede il protagonista, come li vedono i ragazzi, così come pure il senso di isolamento e la scarsa autostima sono segni caratteristici dell’adolescenza.Il film, pieno di citazioni, è un omaggio appassionato e commovente al cinema cui Greg e Earl, amici d’infanzia si dedicano coinvolgendo una compagna malata in un’atmosfera autentica e assolutamente priva di retorica, malgrado gli argomenti trattati.Consigliato a tutti
Medaglia d'Argento (154 Commenti, 73% gradimento) Zurlistuta Medaglia d'Argento 14 Dicembre 2015 ore 10:07
2
voto al film:   7

Come ogni anno il vincitore del Sundance per me é una garanzia.
Bel film, ricco di sentimenti, mai banale, coinvolgente e con i soliti ma sempre graditi, almeno per me, difetti da Sundance.
Bellissima anche la scena finale che vale la pena, da sola, di essere vista. Consigliato
Medaglia d'Argento (154 Commenti, 73% gradimento) Zurlistuta Medaglia d'Argento 13 Dicembre 2015 ore 04:09
voto al film:   7

Come ogni anno il vincitore del Sundance per me é una granzia/ Bel film, ricco di sentimenti, mai banale, coinvolgente e con i soliti ma sempre graditi difetti da Sundance.
Bellissima scena finale che vale la pena essere vista. Consigliato
Medaglia d'Argento (171 Commenti, 75% gradimento) Bardamu1991 Medaglia d'Argento 10 Dicembre 2015 ore 01:36
3
voto al film:   7,5

Con la solita e orribile traduzione del titolo, esce oggi nei cinema italiani uno dei film più belli del 2015.
Laddove, con ‘Restless’, Van Sant aveva tentato con discreti esiti un’operazione simile (mitigare la tragedia imminente), Gomez-Rejon fa quasi pieno centro. E dico quasi perché piace la regia pimpante (molto in grandangolo, alla W. Anderson), piace il dialogo costante con lo spettatore (a parte qualche riferimento eccessivo indie/nerd/chic/snob per cinefili), piace - e molto - la necessaria colonna sonora di Brian Eno, piace la freschezza. Ma piace meno questo capriccio di strafare per colpire a tutti i costi, mediante virtuosismi talora riusciti, talaltra no. Come quando sei poco te stesso, e sbagli qualcosa, al primo abboccamento con la ragazza che veneri, e alla quale fa rumore il sorriso.
La sequenza sul letto d’ospedale tocca corde profonde. E alla fine, con quel finale scavato nei libri dove si aprono altri mondi e ricordi, ho pianto lacrime che non piangevo da tempo.

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