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prendi un attore incapace di recitare e digli che non deve neanche parlare, poi dagli da reggere sulle spalle una specie di sceneggiato televisivo alla Michele Strogoff con tutta la retorica e la pesantezza di un sermone, senza dimenticare di sollecitare di quando in quando le più facili emozioni dello spettatore - se non altro per evitare che si addormenti. l'ultima fatica di Atkin è davvero una gran fatica da vedere fino in fondo, un interminabile ed estenuante pippone morale che sentendosi forte dei suoi nobili intenti si permette di andare avanti sempre uguale a se stesso per più di tre ore e che finisce per mietere in sala anche più vittime che sullo schermo, e con ogni probabilità lo strumento peggiore attualmente a disposizione per appassionarsi o anche solo interessarsi alla causa degli Armeni.
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Lineare, piatto, telefonato, a tratti patetico, senza emozioni, interpretazioni senza guizzi, monotono, avvitato sulla ricerca dell'immagine ad effetto e della migliore fotografia, musiche che non coinvolgono: insomma, film abbastanza mediocre. Salvo la scena in cui, in un cinematografo improvvisato su un muro, Chaplin fa ridere tutti. Akin stavolta, purtroppo, fallisce.
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