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Sarebbe sufficiente una strepitosa colonna sonora per rendere piacevole l'ora e mezza abbondante di questo noir filosofico. Ma c'e' qualcosa in piu' oltre ad un grande Brad Pitt: i dialoghi e il ritmo; tra il Vincent Gallo di Buffalo 66 e il Roger Avary di Killing Zoe.
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Poteva essere un nuovo rilancio del grande noir americano, con eroi disillusi e gangster falliti. L'attesa e la storia c'erano tutte (tratto da un libro di George V. Higgins, un autore venerato da Elmore Leonard e Tarantino), una regia inventiva e mai banale, grandi nomi nel cast. In effetti l'inizio fa ben sperare: dopo una bella sequenza di una rocambolesca rapina e di un duro pestaggio, pero', il film affonda in dialoghi interminabili e, anche se ricordano il primo Tarantino o i gangster di Scorsese,mai interessanti ne' appassionanti. Il colpo di scena arriva sempre troppo tardi, quando le palpebre diventano pesanti.
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6,5
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Film di genere dove l'illegalità la fa da padrona. Non sono d'accordo con l'idea che nel film vi sia una ricerca umoristica che richiama i film dei Coen. Il film di Dominik richiama semmai maggiormente certe opere di Scorsese. La rappresentazione del sottobosco malavitoso senza regole, spietato, senza nessuna morale, stride con le immagini sugli schermi televisivi che riportano le parole pacate e piene di retorica dei candidati alla Casa Bianca. Ad emergere è soprattutto la dicotomia tra un certo mondo ideale che è solo "detto" ed una realtà violenta e individualista. Un individualismo così esasperato da trasformarsi per tutti i personaggi in scena in disperata solitudine. Sorretto da una splendida ed azzeccatissima colonna sonora, da una regia solida che si permette qualche virtuosismo che impreziosisce alcune scene e da un montaggio efficace soprattutto nei momenti vibranti di suspance che non mancano. Promosso.
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non basta insistere coi telegiornali di sottofondo (anzi, alla lunga si diventa noiosi) per dare profondità o spessore a un film che non funziona troppo bene già in superficie. nessuno sembra essersi impegnato più di tanto nella sua realizzazione, e persino le scene clou (nel registro dell'azione come in quello dei discorsi, seri o strampalati che siano) sono poco convinte e poco convincenti. se almeno Brad Pitt facesse il suo dovere di protagonista, e invece più che un attore sembra un caratterista, e uno neanche troppo consumato - una maschera, dietro la quale ha tutta l'aria di star pensando ai fatti suoi. bravi gli altri attori, azzeccati i commentini musicali, e mi è piaciuto molto Mickey/Gandolfini, ma tutto mi è sembrato rimanere sotto tono e la sensazione complessiva è stata quella di aver visto il solito filmetto.
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Dominik sovraccarica il suo thriller di ambizione e di ideologia, in modo ricercato e voluto, azzardando un insisito parallelismo tra la situazione degli States e la vicenda malavitosa raccontata nel film, chiudendo il tutto con una massima morale plateale e d'effetto. Niente di nuovo, e in mezzo tanta noia; peccato, perchè l'idea di realizzare un thriller autoriale e portatore di un messaggio è senz'altro da lodare, come lo sono le interpretazioni degli attori e la colonna sonora. Qualche comizio di Bush/Obama in meno, e qualche trovata registica o comica in più avrebbero senz'altro reso il prodotto più interessante. Non per niente Killer Joe colpisce molto più in profondità l'America e i suoi vizi senza moraleggiare così apertamente, e quasi senza che lo spettatore se ne accorga...
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