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Ultimi commenti e voti |
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Ottima regia ed interpreti. La sceneggiatura non mi ha convinto.
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Il titolo fuorviante farebbe pensare ad un biopic sul celebre narcotrafficante. In realtà la storia raccontata è collaterale alle vicende note e vede protagonista un giovane canadese invischiato suo malgrado nel mondo di Pablo. L'idea di raccontare l'universo violento della Colombia anni 80-90 è un pretesto per soffermarsi sull'incubo vissuto dal giovane protagonista innamoratosi della nipote del criminale e finito con l'essere stritolato dalle logiche criminali. Ma la storia sentimentale è narrata senza alcun trasporto e il volto del giovane protagonista è troppo pulito e inadatto per rendere verosimile il tutto. Meglio le sequenze d'azione e di tensione anche se per lo più inverosimili. Del Toro ha poco spazio per delineare al meglio un personaggio ambiguo capace di essere nel contempo crudele e amorevole. Il suo risulta un cattivo come tanti altri visti al cinema. Trattandosi di opera prima è inevitabile essere clementi, ma nel complesso la buona idea viene sviluppata così così.
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passabile, perché il personaggio non può che essere interessante e perché un po' di Colombia vera si intravede, ma nulla che brilli, anzi: la sceneggiatura decisamente non è delle migliori, l'incontro tra il soggetto paradise beach e il soggetto escobar è gestito davvero male e risulta improbabile se non grottesco, e last but not least l'attore (co)protagonista è assolutamente tremendo (mi dicono peraltro che ha fatto un sacco di film ma no non ci credo). per la verità neanche Benicio, che pure stava a casa sua, mi è sembrato in formissima, ma vabbè di lui non ci si può lamentare in nessun caso.
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questo è sicuramente il periodo di Pablo Escobar, tra serie TV, film e documentari è difficile non essere catturati dal suo mondo. In questo panorama il film di Di Stefano non sfigura per neinte, anzi fa proprio una bella figura. Merito del regista sicuramente e anche del monumentale Del Toro, in questa parte particolarmente a proprio agio. Consiglio la visione in linua se possibile, l'accento colombiano di Del Toro rende il tutto molto piu verosimile.
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Veramente un bel film su uno dei più grandi criminali di tutti i tempi e, di sicuro, il più ricco, come dice la storia. Nulla è banale e retorico in questa pellicola che mantiene una tensione costante dalla prima all'ultima inquadratura. Regia a mio modo di vedere impeccabile. Se si poteva fare di più dal punto di vista della sceneggiatura? Forse sì, ma io lo ritengo eventualmente un peccato veniale: riassumere ed approfondire minuziosamente l'epopea di uno dei più grandi criminali della storia in 2 ore sarebbe stato arduo per tutti, pure per i grandi di Hollywood dal budget illimitato, figuriamoci per un (ottimo) esordiente. Una menzione speciale per Benicio Del Toro: semplicemente perfetto, in ogni dettaglio. Basta uno sguardo per dire mille cose. Che parli o che venga semplicemente inquadrato, non cambia nulla: egli è l'ATTORE per antonomasia. Grandissimo.
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Veramente un bel film su uno dei più grandi criminali di tutti i tempi e, di sicuro, il più ricco, come dice la storia. Nulla è banale e retorico in questa pellicola che mantiene una tensione costante dalla prima all'ultima inquadratura. Regia a mio modo di vedere impeccabile. Se si poteva fare di più dal punto di vista della sceneggiatura? Forse sì, ma io lo ritengo eventualmente un peccato veniale: riassumere ed approfondire minuziosamente l'epopea di uno dei più grandi criminali della storia in 2 ore sarebbe stato arduo per tutti, pure per i grandi di Holliwood dal budget illimitato, figuriamoci per un (ottimo) esordiente. Una menzione speciale per Benicio Del Toro: semplicemente perfetto, in ogni dettaglio. Basta uno sguardo per dire mille cose. Che parli o che venga semplicemente inquadrato, non cambia nulla: egli è l'ATTORE per antonomasia. Grandissimo.
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6,5
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Onestamente lo reputo bello, piacevole l'alternarsi di scene con periodi temporali diversi. Incentrato completamente su questa trama escludendo quasi del tutto tutte le vicende che si sono create intorno al ''Narcos'' per eccellenza, si cerca di non esagerare e ciò avviene, ma conoscendo un minimo della storia che gira intorno a Pablo Escobar il film diventa quanto meno prevedibile. Reputo una pecca la superficialità su cui sono entrati in scena determinati personaggi. Ma lo ritengo un buon film.
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Se si prescinde dalla sceneggiatura un po' prevedibile e non sempre adeguatamente approfondita sul piano psicologico (il coinvolgimento di un'anima pura come Nick difficilmente può essersi realizzato inconsapevolmente), il film è un ottimo prodotto di intrattenimento, che non si ingolfa mai in intrighi improbabili o in sparatorie gratuite come spesso avviene nei film sui narcos; la regia è sapiente e coinvolgente (merito doppio se si pensa che ci troviamo di fronte a un esordiente), il ritmo è serrato e coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine, Del Toro è semplicemente perfetto nella parte di Escobar. Piacevole sorpresa.
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7
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Pablo Escobar è un mito in america latina, un continente che si nutre e rigenera di miti siano essi positivi che oggettivamente negativi come quello del narcotrafficante colombiano. Benicio del Toro gigioneggia come di consueto ispirato dalla figura iconica e cattivissima del colombiano, facendo anche un ottimo lavoro sulla pronuncia colombiana cosi' come aveva fatto con l'argentino del Che di Soderberg. Ma non è l'unica nota interessante del film caratterizzato da scene veramente ben riuscite come quella dello stadio nel quale si costituisce Escobar o dallo sfarzo delle feste nella sua magione e da una seconda parte avvincente. Sfugge alla comprensione come possa aver fatto Nick ad arrivare fino a li' in una perdita di contatto con la realtà che si spiega poco ma a un certo punto lo spettatore dimentica questi interrogativi classici di una sceneggiatura un po' stentata perchè rapito dallo sviluppo degli eventi fino ad un finale oltremodo drammatico ma che non fa un piega.
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