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Nell’Irlanda fine anni ’60, immerso nel violento contesto politico del terrorismo dell’IRA, cresce un gruppo di giovani tra amicizia, amori, rock e la continua ricerca della propria identità. Tra loro c’è Patrick Brady, nato dalla relazione di un prete di un paesino di campagna e la sua domestica. Patrick crescendo scoprirà, più degli altri, cosa significa, in un paese bigotto e moralista, fare i conti con la propria diversità, a cui però non deciderà mai di rinunciare. |
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Soggetto tratto dal romanzo di Pat Mccabe, candidato al Booker Prize, e mano alla sceneggiatura di Neil Jordan sono la base di “Breakfast on Pluto”, dal regista stesso definito: “una storia sull’innocenza e sul potere dell’immaginazione”. A guardare la pellicola traspare da subito desiderio e diletto di Jordan nel raccontare questa vicenda e una vaga eco alla sua lontana “Moglie del soldato”, da cui ri-prende attori (Stephen Rea) e qualche spunto per caratterizzare personaggi. Quello che questa black-comedy favoleggia è però la quotidianità di un gruppo di giovani amici in un’Irlanda a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, oscurata dal terrorismo dell’IRA e con una mentalità ancora conformista e restia ad accettare ciò che è diverso. E nel film la diversità è ben sottolineata dall’abile e carismatico Cillian Murphy, (ammirato da poco alla “luce del sole” di Danny Boyle), qui con minigonne di satin, tacchi e trucco per calarsi nei panni di Patrick Brady, ma lui ama farsi chiamare “Kitten”… e diventa una “Gattina” in maniera sorprendente. Patrick/“Gattina” si racconta attraverso un vivace ed intenso diario autobiografico – che la pellicola ricalca elencando sullo schermo ogni capitolo – che ripercorre la continua e disperata ricerca di una figura materna – a detta di tutti paragonabile all’immagine bionda di Mitzi Gaynor – e di un luogo dove la sua stravagante personalità possa camminare per strada passando inosservata. Se il mondo di “Kitten” porta a fare i conti con la solitudine, l’abbandono e la mancanza di tenerezza, la pellicola mantiene sempre un tocco frizzante e innocente che fa vivere tutto con grande leggerezza. Solo in delle sequenze la brutalità del terrorismo del Nord irrompe sulla scena a distruggere quel bizzarro mondo immaginario fatto di amicizia e di amore. Un giusto dosaggio quindi tra narrazione e contesto storico unito ad un tocco di glam-rock e di magia si muovono con equilibrio nello scenario, a tratti disturbante, di Jordan, invaso dalla sorprendente colonna sonora che ricalca alla perfezione l’animo di Gattina, malinconico, trash e spiritoso.
La regia si adatta alle situazioni e rispecchia sensazioni e stati d’animo del protagonista, rallenta o sceglie le grandi altezze per rivolgere l’obiettivo verso il basso, e segue in volo due pettirossi “chiacchieroni” che commentano con ironia già dalle prime inquadrature.
Un modo coraggioso e ammirevole di mettere a nudo il potere di un terrorismo, oggi lontano ma presente in altre forme, che sbatte con qualcosa di altrettanto potente: una assoluta e nostalgica voglia di vita. |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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7
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Una pellicola intelligente che ha per tema la percezione del diverso, approfondita grazie al candore del protagonista.
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7,5
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7,5
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Un film veramente originale che indaga, facendo peraltro divertire moltissimo, le problematiche legate alla "diversità" in un ambiente sociale provinciale (quello irlandese) permeato dal terrorismo. E' vero,il protagonista conserva in tutte le circostanze, anche quelle più drammaticamente pregnanti, una purezza sentimentale e una ricerca affettiva autentica e spiazzante. Passato quasi inosservato dai più, questo film mi è capitato fra le mani in DVD (per fortuna). Sicuramente molto più intenso e coinvolgente che non il blasonato "La moglie del soldato".
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7,5
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