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Si potrebbe accettare tutto da un genio come Abel Ferrara, uno dei pochi spiriti liberi del cinema moderno; anche un'ora e venti di scene da un'apocalisse con chiamate a skype, liti furibonde e visite agli amici e un'ambinetazione che rimanda agli esordi di the driller killer. L'idea del film potrebbe anche essere interessante tra ecologismo e politica o antipolitica vendute al chilo da eminenze e non che scorrono sui canali della televisione via cavo. Potrebbe, perché alla fine va bene tutto ma se a mancare è proprio quella scintilla del genio, quella regia postmoderna quella capacità di sorprendere e colpire al cuore, allora no, forse non vale la pena.
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