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Uxbal è un uomo solo che conduce un'esistenza particolarmente dura ed è costretto a sopravvivere in un quartiere malfamato alla periferia di Barcellona. L'uomo ha, però, una dote particolare: riesce, infatti, a mettersi in contatto con i defunti e, per farlo, ogni volta riceve offerte spontanee dalle persone che hanno perso i propri cari. Tuttavia, ciò non è sufficiente per il mantenimento dei suoi due bambini, Mateo e Ana, cresciuti dal padre perché la mamma, donna disturbata, non vive più con loro. Infatti, per guadagnarsi da vivere, Uxbal agisce come intermediario tra la mala cinese e i venditori ambulanti africani. L'improvvisa consapevolezza della morte incipiente costringerà Uxbal a riflettere su quale futuro lascerà in eredità ai propri figli. |
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Bardem è un attore straordinario e Iñarritu senza dubbio un regista con talento, ma senza lo sceneggiatore Arriaga il suo cinema perde potenza e sostanza.
La tragedia e la morte questa volta vengono costretti in una struttura lineare e fin troppo (melo)drammatica, dove certi virtuosismi risultano inutili e il dolore del pubblico palesemente invocato. |
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REGIA - FOTOGRAFIA | |
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SCENEGGIATURA - IMPEGNO - TENSIONE | |
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RITMO - ORIGINALITÀ |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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6,5
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7
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Un film bistrattato, eppure intenso, generoso, di una tristezza enorme. Non il miglior Inarritu, certo, orfano dei copioni di Arriaga, ma uno dei migliori Bardem di sempre: interpretazione mastodontica in questo suo viaggio "infernale", condannato a un destino senza scampo che lo strappa ai vivi per condurlo al lato opposto: proprio lui, che dell'altra parte aveva così tanta familiarità. Ma la morte fa paura sempre.
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6,5
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6,5
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5
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Inarritu è un maestro nel descrivere situazioni disastrose ma questa volta non convince. La bravura di Bardem e l'ottima fotografia non salvano un film dalla regia piatta, musica stucchevole e sceneggiatura debole. Forse il punto più basso della carriera del regista
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7
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l'interpretazione di Bardem da sola sostiene e conferisce valore al film, nonostante la lentezza nello scorrere delle immagini. E in questa voluta lentezza scorrono tutte le miserie sociali e i drammi umani di cui è vittima il protagonista: è ancora la lentezza a inchiodare lo spettatore alla poltrona e renderlo partecipe delle vicende narrate. Bellissima anche se non del tutto originale la chiusura ad anello che pone un sigillo sulla storia.
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6
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Il film caratterizzato dalla grande interpretazione sofferta e di Bardem e dalla bella fotografia, purtroppo ancora una volta Inarratu insiste nella drammaticità lenta e costante che annoia troppo e stanca lo spettatore. Era un buon soggetto, ma il film è poco coinvolgente
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6
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6,5
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6,5
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Come sempre Inarritu non esita a colmare fino all’orlo i suoi film, peculiarità che a volte rischia di sfociare in difetto. Biutiful è un film dalle enormi potenzialità, diretto con una regia impeccabile, la fotografia è a dir poco sublime: articolata, studiata, perfetta. Ogni colore, ogni sfumatura, ogni minimo dettaglio è al punto giusto. Inoltre la sola interpretazione di Javier Bardem vale tutto il film: insostituibile. Una recitazione assolutamente magnifica, assolutamente indispensabile. Tuttavia alla fine della visione di questo film, la prima parola che passa alla mente purtroppo è: troppo. Inarritu colma fino a far straripare questo film. Davvero un peccato, perché di potenziale ce ne era davvero a non finire.
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Golden Globes, 7 nomination per "The King's Speech" (14 Dicembre 2010)
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