|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Nell'America del 1607, i coloni iniziano a stanziarsi e a costruire le loro città. Una di queste è Jamestown. Il film narra l'incontro e lo scontro tra gli indiani d'America e i coloni arrivati dall'Europa per iniziare una nuova vita, prendendo spunto dal leggendario amore tra l'indigena Pocahontas e John Smith, un navigatore della flotta inglese... |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sovranità storiche affascinano come percorsi umani, campi di mais dove si srotolano gli eventi intrisi dal fuoco di tramonti e albe talmente perfetti da confondersi, capovolgendo punti di vista e pensieri. Il cinema di Terrence Malick, il nuovo mondo, è prima di tutto nascita, creazione capace di superare la morte con incessanti flussi vitali che trasmigrano e s’incarnano nell’unico essere immanente: la natura. La natura terrena offerta da visioni delineate, in grado di allineare uno sbarco alla musica di Wagner, dipingendo immagini, quadri che fluttuano. C’è la magia dei gesti, degli incontri, furtivi, eleganti e avvolgenti tra lui e lei: sono un esploratore e un’indigena, sono l’amore puro, senza intenzioni, capace di sopravvivere proprio perché concetto.
Pochaontas, il mito di una principessa oltre le razze, sopra i linguaggi; comunica vibrando, con sguardi intensi, dolci, profondi, apparteniamo a lei già dalla prima inquadratura, il primo sorriso immerso nell’incontaminata suprema natura ci cattura e ci inoltra nel tempo, quando il mondo ancora doveva disegnare la sua geografia, traiettorie e mappe incerte, destinate a sbiadire i contorni. Questo è il tempo dove Malick riposa, ascolta, trascina dentro di noi le continue voci fuori campo: parole spezzate, dolore e passione, fede e limite diventano i nostri pensieri, poesia declinata dalle immagini come la magica capacità di aver ricostruito un’epoca e averla resa abitabile.
Spesso è il silenzio a comunicare, il suono dei volti che dialogano è leggero, gli attori sono ormai senza forma, senza possibilità di sbagliare, diretti da Malick come fossero archi, flauti, arpe dove pizzicare il suo strumento, dove scrivere la sua partitura, dove dipingere una storia tra le più delicate e possenti del cinema contemporaneo.
Si può parlare della tecnica virtuosistica, della scelta di girare tutte le scene o all’alba o al tramonto per avere più filtro, immagini più splendenti, nitide come il chiarore; declamare la recitazione, bravissima l’esordiente Q’Orianka Kilcher a soli 15 anni, lodare finalmente Colin Farrell o svelare l’apparizione breve, rapsodica di Ben Chaplin, ma perderemmo il fulcro che in questo film è la magia, la poesia, il pensiero avvolgente della filosofia, cara a Malick quanto la vita e l’immensa potenza espressiva che l’arte comunica incessantemente.
L’espressione è Cinema. Malick ne coglie ogni essenza e diventa arte pura, settimo sacro sigillo del suo Nuovo Mondo che rinasce continuamente, sradicando l’indifferenza, per consegnarci l’essenza della magia che ci sostiene e inconsapevolmente ci rende vita. |
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
Ok, prima di portare una piccola osservazione, premetto che il film mi è piaciuto e che Malick è riuscito a farmi abituare al suo stile. Le riflessioni fuoricampo a volte presentano degli scorci davvero interessanti e fanno effettivamente riflettere. Possibile però che la metà delle volte (in questo film) suonino alle mie orecchie un po banali?Capisco la caratterizzazione dei personaggi e l'empatia che la storia cerca di trasmettere, ma certe frasi certosine a me fanno l'effetto contrario...Ho sentito spesso dire di Malick che è un pretenzioso proprio per questo. Personalmente rifiuto quest'accezione, non trovandovi alcun senso; riconosco però che spesso si abbandona a monologhi romanzeschi che in certi casi (Thin red line escluso) mi fanno un po storcere il naso. Spero di non venir messo al rogo dai fanboy di Malick; detto questo, il film vanta una regia, una fotografia, una precisione maniacale nel montaggio e nella direzione degli attori, per non parlare di scenografie e costumi...
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
produzione colossale, Farrell magnifico come di solito, ma la cosa che più colpisce penso sia la "foto" degli autoctoni, primitivi più apparentemente che altro, almeno per il 1600, non "violentati" da qualsivoglia sentimento che si discosti sia pur di poco da un'immagine di estrema purezza d'animo, sotto ogni possibile inquadratura; ciò penso sia la cosa che più di ogni altra renda il film quasi un capolavoro; brava e bella lei, ottimi tutti, buon realismo, forse inutile il commento fuori campo che sembra dover sottolineare qualcosa che già lo è dallo splendore dell'insieme. Da vedere.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
Film straordinario, racconta l' arrivo dei coloni inglesi in Virginia nel 1607 ma al centro di tutto c'è la meraviglia della natura incontaminata,scenario della storia d' amore tra il capitano inglese e la principessa di un popolo che non conosce nè odio, nè rancore,nè gelosia...la protagonista è bravissima e anche senza parlare esprime la purezza del suo sentimento...
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
News sul film “The New World” |
|
|
|
A Milano rassegna su Terrence Malick (16 Gennaio 2009)
|
|
|
IOMA 2006, vince Ang Lee ( 2 Maggio 2006)
|
|
|
Nominations IOMA: i vincitori il 30 Aprile ( 3 Aprile 2006)
|
|
|
Oscar 2006: Tutte le Nomination ( 2 Febbraio 2006)
|
|
|
Box Office: Jim Carrey in testa (30 Gennaio 2006)
|
|
|
Box Office: Al botteghino vince il tifo da stadio (23 Gennaio 2006)
|
|
|
Box Office: Woody Allen vince il match al botteghino (16 Gennaio 2006)
|
|
|
"Rosy-fingered Dawn": un film su Malick in tv (16 Gennaio 2006)
|
|
|
Anteprima sulla 56esima edizione del Festival di Berlino (21 Dicembre 2005)
|
|
|
Dal 13 gennaio il ritorno di Malick nelle sale italiane (21 Dicembre 2005)
|
|
|
Terrence Malick va a Berlino (27 Novembre 2005)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|