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André fa il giornalista, ha una moglie silenziosa di nome Christine, una barca sui laghi Masuri e un weekend libero. Durante il viaggio la coppia prende su un autostoppista, uno studente che non sa neppure nuotare. André invita il ragazzo ad andare in barca con loro nonostante l'ostilità tra i due sia chiara. La crisi scoppia quando André getta in acqua un coltello a cui lo studente teneva. Nella lotta che segue il ragazzo cade in acqua. Non è la solita storia di un triangolo, è un quadrato: lui, lei, l'altro e la barca. Grande esordio di Roman Polanski con una barca claustrofobica quasi quanto l'appartamento al terzo piano. Una tragedia nera e beffarda, co-sceneggiata e montata da Jerzy Skolimowski. |
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Marito e moglie borghesi offrono la possibilità di trascorrere il fine settimana sulla loro barca ad un giovane studente incontrato lungo la strada. I giorni di navigazione diventeranno scenario di una scontro sempre più serrato tra i due uomini...
Le due figure maschili dell'opera prima di Polanski rappresentano elementi, valori completamente contrastanti, due mondi distinti, due modi di essere, due idee opposte di vita. Nessuno dei due protagonisti ha una valenza positiva o semplicemente migliore, ma nonostante le differenze, o forse proprio per queste, entrambi sono irrimediabilmente attratti, affascinati dagli aspetti dell’altro che vorrebbero deridere e che invece si ritrovano a desiderare. Entrambi vogliono dimostrare (all'altro, a se stessi e alla donna) che il proprio modo di vivere, i propri valori sono migliori, che non hanno nulla da invidiare e nulla da rimpiangere.
Il coltello (del giovane) e la donna (moglie dell'uomo) diventano gli "oggetti" che i due contendenti posseggono, si invidiano e desiderano conquistare, strappare all'avversario. La figura femminile invece rappresenta diversi ruoli: da osservatrice muta della disputa maschile, ne diventa il giudice, sentenziando un vincitore e divenendone l'ambito premio.
Polanski riesce, utilizzando solo una barca e tre personaggi, a confezionare una storia tesa, carica di significati e di rimandi alla realtà, ambientata in un luogo sospeso, fuori dal tempo (un lago, nelle cui acque finisce il coltello e in cui l'uomo crede sia annegato il giovane, che appare infinito e sempre uguale a se stesso, sul quale non è facile capire se ci si sta muovendo oppure no) realizzando un film (l'unico diretto in Polonia) che sintetizza molto bene le tematiche che riprenderà nei suoi lavori successivi; il valore simbolico dell’acqua, la figura femminile intorno alla quale ruotano le pulsioni del mondo, le tensioni sociali e sessuali degli uomini.
Premiato al festival di New York (1963). |