Tratto dal romanzo di Darren Adler e sceneggiato da Kurt Luedtke, il 18° film di Sydney Pollack delude fin quasi dalle prime scene. La piacevole ma non entusiasmante fotografia, firmata da Philippe Rousselot, crea il palcoscenico per gli attori, ripresi da una telecamera che gli ruota di continuo intorno e si insinua nella loro quotidianità, con naturalezza. Compare Harrison Ford, il quasi tenente del dipartimento Affari Interni, Dutch Van Den Broeck, e la bella e impegnata politicamente Kristin Scott Thomas, nel ruolo della deputata Kay Chandler del New Hampshire. Entrambi immersi nel lavoro e ignari della tragedia che sta per colpirli. Contrapposte a queste, le sequenze di un disastro aereo, su cui viaggiavano i rispettivi coniugi di Dutch e Kay. Una tragedia a farli incontrare e a unire i loro destini, in ogni senso. Tutto l’intrigo, costruito in modo stimolante nella prima parte, a mano a mano perde di quota e scade in una banalità inattendibile, approdando ad una scena d’amore, eccessivamente studiata e romantica, suggerita già dallo stesso titolo. Pur fiacco nei dialoghi, adattati all’evidenza di una sceneggiatura stirata fino all’insostenibile e appesantiti da una retorica per nulla originale, il film si regge sul lavoro del regista, anche presenza attoriale. Pollack utilizza con raffinatezza una macchina da presa che segue i personaggi ma non si avvicina mai troppo a loro, se non quanto basta per scorgere stati d’animo e pensieri, che purtroppo rimangono bloccati e sbiaditi nel caso di Ford, più vivi e naturali nel caso della Scott Thomas.
È uno di quei film in cui gli unici tratti meritevoli sono svalutati dall’inconsistenza dell’intreccio narrativo. E così anche per la musica, che sembra non abbandonarci per tutto il film, non c’è scampo, anche se è il risultato di una scelta lodevole e si adatta ai luoghi, assumendo sfumature più sofisticate negli interni lussuosi degli alberghi e degli appartamenti e più vivaci quando lo scenario si sposta a Miami. Tutta la pellicola vuole essere la riflessione su una continua ricerca di verità, tuttavia l’unico riflesso che appare è quello di una prevedibilità che diventa sempre più stucchevole e ristagna in difetti sdolcinati e imbarazzanti, nei quali affonda una regia che in passato ha saputo emozionare proprio nel raccontare difficili rapporti di coppia. |