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Il 23 gennaio 2002, Daniel Pearl, inviato in Pakistan e Afghanistan per il Wall Street Journal, viene rapito mentre sta conducendo un'inchiesta su Richard Reid, il terrorista che ha cercato di far esplodere un aereo imbottendosi le scarpe di esplosivo. Da quel momento, sua moglie Mariane, incinta di sei mesi, non lo ha più rivisto poiché Pearl è stato barbaramente giustiziato dai suoi rapitori. |
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Questa è la terza volta che Winterbottom torna in Pakistan: dopo aver girato The road to Guantanamo e Cose di questo mondo, il regista britannico torna in Medio Oriente per raccontare la storia di Daniel Pearl, giornalista del Wall Street Journal ucciso brutalmente nel 2002 per mano di fondamentalisti islamici.
Un film esteticamente sobrio e crudamente reale, che tenta di ricostruire nella maniera più fedele possibile i tragici giorni che seguirono il sequestro del giornalista, fino a quello della sua morte. Basato sul libro della moglie Mariane, Winterbottom fugge da qualsiasi retorica o lirismo e si addentra nel pericoloso terreno ibrido del docu-dramma: ne esce fuori un prodotto dignitoso, che però non graffia e a tratti risulta essere persino freddo. E’ apprezzabile la voglia del regista di non accentuare in nessun momento la tensione o l’intensità emotiva degli eventi narrati, c’è obiettività e sincerità, ma la serie infinita di nomi, ricerche, e piste da seguire finiscono per annoiare un po’, nonostante le riprese telecamera a mano e un montaggio agile e dinamico.
In definitiva: il cinema ‘progressista’ di Winterbottom spesso e volentieri ha difeso valori come la libertà di stampa e di pensiero, il dialogo tra popoli e la giustizia sociale, ma in questo caso, se proprio si vuole essere maligni -e a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina- pare che tutto ruoti intorno alla scena finale (conoscendo la trama non è difficile intuirla) che interpreta -benissimo- Angiolina Jolie. Venti secondi che sembrano un perfetto spot pubblicitario della bella attrice in previsione degli Oscar, venti drammatici secondi che sembrano “staccati dal film” e che in un certo senso ne offuscano tutti i pregi di cui si è parlato in precedenza. |
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