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Gus Van Sant Biografia di Gus Van Sant

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Gus Van Sant (24 Luglio 1952, Louisville, Kentucky, USA) sembra un personaggio direttamente uscito da un romanzo della beat generation, quella beat generation a lui tanto cara come i suoi autori Kerouac, Ginsberg, Corso, ma soprattutto quel William Burroughs, cameo di "Drugstore cowboy" nelle vesti di un prete eroinomane: tra il sublime e l’osceno, tra sacro e profano.
Van Sant è artista a tutto tondo: pittore, scrittore, fotografo e musicista. All’inizio della carriera dietro la macchina da presa dirige videoclip di famose star come David Bowie, Elton John e dei Red Hot Chili Peppers. Se già con il primo lungometraggio "Mala noche" (1985) è premiato dal Los Angeles Film Critic Award del 1987 come miglior film sperimentale, è però con "Drugstore cowboy" (1989) e "Belli e dannati" (1991) che raggiunge il successo internazionale. Seguono il road movie al femminile "Cowgirl" (1993), "Da morire" (1995), graffiante satira che consacra Nicole Kidman (Golden globe nel 1996) e segna l'ingresso del regista nel mondo hollywoodiano. E poi ancora, "Will Hunting" (1997), vincitore di due premi Oscar, il remake di "Psycho" (1998), "Scoprendo Forrester" (2000), l'ironia profondamente beckettiana di "Gerry" (2002) presentato a Locarno, ed "Elephant" (2003), Palma d’oro al Festival di Cannes, fino ad arrivare agli ultimi giorni di vita della rockstar Blake (Michael Pitt) in "Last Days" (2005).
"Paranoid Park", presentato al festival di Cannes 2007, è il suo penultimo titolo. Gus Van Sant torna a parlarci di adolescenti. Lo fa affrontando il romanzo omonimo di Blake Nelson e portando all'estremo il metodo messo in atto per "Elephant" smontando la linearità cronologica ma anche mescolando riprese con tecniche diverse.
Nel 2008 esce “Milk”, emozionante pellicola dedicata alla storia di Harvey Milk, che riuscì, nonostante la sua dichiarata omosessualità, a farsi eleggere a un'importante carica politica della sua città. Milk, interpretato da un grandioso Sean Penn, diventa un’icona gay ma non solo, legandosi a un importante momento storico dell’America degli anni settanta.
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L'amore che resta | Gus Van Sant
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