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In una notte carica di pioggia un uomo spaesato ed infreddolito corre affannosamente lungo una stradina di campagna. Fermato dalla polizia viene trattenuto per accertamenti. Si scopre essere Onoff, noto scrittore di successo, ma la popolarità non lo esime dal poter essere sospettato di un omicidio avvenuto proprio quella sera e proprio in quella zona. Il commissario del posto di polizia deve interrogarlo su ciò che realmente gli è capitato in quella sua ultima giornata. |
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Straordinario esempio dell’arte di cui è capace Giuseppe Tornatore. Incalzante, grottesco, misterioso, bellissimo! Il maestro riesce a tenerci letteralmente incollati alla poltrona, attenti dall’inizio alla fine a tutto ciò che sullo schermo succede in attesa dello scioglimento dell’intreccio in cui si rimane impigliati, senza capir bene il perché. La grandezza e l’esperienza si vedono proprio nel saper far intuire, nel suscitare sensazioni indipendentemente da ciò che avviene sullo schermo, nell’evocare cose che non ci sono. Tutta la drammaturgia, la teatralità (e non esisterebbero parole più adatte visto che il film sembra esser sospeso fra cinema e teatro), risultano costruite con pochissimi e vagamente delineati elementi, dando vita ad una narrazione di finissima fattura a dir poco universale. Unica costante la pioggia che penetra tutto, mura, mobili e persone. Atmosfere kafkiane ci portano dentro un’indagine, un interrogatorio di un uomo che ancor prima che rispondere alle autorità sta rispondendo a se stesso. La memoria di una vita viene ricostruita pezzo dopo pezzo, cercandone le prove e le testimonianze oggettive per poter affermare con certezza: “Si, io ho vissuto!” Il cast è d’eccezione, essenziale, ben pensato e pesato come ogni singolo elemento della sceneggiatura. La coppia Polanski - Depardieu è perfetta, cacciatore e preda, vittima e carnefice, confessore e peccatore, rovesci della stessa deformata medaglia. Opera difficile e coraggiosa suscita reazioni forti ed estreme, se non la si apprezza la si può solo criticare. |
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Commenti del pubblico |
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Gioiello di quel periodo un pò strano che è stato il cinema italiano degli anni Novanta. Tornatore fonde l'essenzialità teatrale con la profondità dell'indagine poliziesca, giocando molto sulle luci di scena e sul sottofondo ritmato della pioggia. Finale spiazzante, al primo impatto ha lasciato un sapore di inconcludenza, ma ad una seconda analisi soddisfa nella pienezza del messaggio sottinteso. Da vedere.
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il film è carico di mistero, è onirico e surreale, con atmosfere, fotografie e ambientazioni evocatrici di prodigi.Gli attori sono strepitosi!!!Anche il Rubini giovane fa la sua parte. Visto poco tempo fa in occasione del Bifest a Bari è stata una sorpresa bellissima. Grande, grandissimo film.
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