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Maggie ha avuto una vita piuttosto difficile, nel corso della quale ha messo al mondo quattro figli avuti da quattro uomini diversi, due dei quali di colore. Conosce Jorge, un immigrato sudamericano, e conquistata dalla sua dolcezza, va a vivere con lui. L'assistenza sociale però, intervenuta in seguito a un incendio scoppiato quando i bambini si trovavano soli in casa, scopre le "irregolarità" di questa famiglia. Quindi dichiara Maggie non affidabile, togliendole i figli. |
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La trilogia dell’Inghilterra thatcheriana si conclude con “Ladybird Ladybird”, storia di una donna dal carattere difficile cui i servizi sociali tolgono, uno per uno, tutti i figli che ha avuto da uomini diversi, compresi i due avuti da quello che si direbbe l’uomo della sua vita, il quale, malgrado gli sforzi, non riesce a togliere Maggy (così si chiama la donna) dalla spirale di disperazione in cui è precipitata.
Un ritratto femminile tracciato tutt’altro che positivo: la protagonista è una donna dai molti difetti caratteriali, ma non per questo lo stato ha il diritto di trattarla come un essere incosciente, né di decidere dall’alto la sua vita. Ken Loach riesce inoltre a descrivere finemente l’inumanità di apparati statali che, proprio quando asseriscono di cercare di aiutare la protagonista, le impediscono, con la loro profonda incomprensione della situazione, il ritorno a una vita normale.
Il cineasta sulla barricata del disagio sociale; più determinato che mai a sventolare la bandiera degli indifesi e degli umiliati, a ricordare che a stare male, ad essere infelici sono tanti, stanno dappertutto ed hanno disperatamente bisogno di qualcuno che li rappresenti.
Orso d'Argento al Festival di Berlino 1994 per la miglior attrice (Crissy Rock).
Nastro d'Argento 1994 per il miglior regista europeo. |
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