Recensione: L'altra verità

ben fatto, anche se un argomento così interessante avrebbe forse meritato uno sviluppo più intrigante e profondo. i personaggi, in particolare, sono solo abbozzati. peccato

Film duro di denuncia sulla realtà della guerra irachena e sullo scandalo dei contractors, diretto con la consueta classe da Ken Loach. Ottima la scelta di presentare come eroe un uomo tutt'altro che puro e innocente, una vittima che è anche carnefice. Revenge-movie senza catarsi, intenso e importante. Peccato per il carattere eccessivamente didascalico di certi dialoghi e di certe scene, per l'improbabile storia d'amore e per l'ancora più improbabile scena finale. A volte la coppia Loach-Laverty sembra più interessata a mostrare l'orrore che portano con sè le pattuglie di mercenari che si credono superiori a ogni legge o i guasti prodotti da una sete di denaro eccessiva e al di là del bene e del male che di ritrarre personaggi convincenti. Nel complesso, anche se inferiore a capolavori come Terra e libertà o Il vento ceeh accarezzava l'erba, rimane nettamente al di sopra della media dei prodotti cinematografici che invadono i nostri cinema

Giusto richiamare ancora l'attenzione sul fenomeno dei contractor e sulla loro sfacciata libertà d'azione non solo in territorio di guerra, ma addirittura in patria. Qualche similitudine con Triage di Tanovic. Già visto spesso (ma d'altra parte è ormai nella nostra quotidianità) il telefonino come chiave per scoprire segreti atrimenti irraggiungibili. Ottima la scelta di ambientare la storia principalmente in Inghilterra, anziché in Iraq, che è richiamato solo tramite flashback e collegamenti in webcam. Nonostante qualche piccola ingenuità nella trama (a esempio la mancanza di backup dei dati e l'improbabile modalità della fine di Fergus), il film prende, coinvolge e merita assolutamente di essere visto, rimanendo seduti a metabolizzare durante i titoli di coda.