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Terminata la prova di un allestimento del "Sogno" di Strindberg, durante un colloquio fra il regista Henrik Vogler e un'attrice della sua compagnia, la giovane Anna, la dimensione del reale si stempera nelle visioni e nei ricordi. Anna è a sua volta figlia di un'attrice, Rakel, morta tempo addietro distrutta dal demone dell'alcol. Ma ora il fantasma della donna è tornato a far visita a Anna e Henrik, e dai dialoghi fra i tre personaggi emerge, poco a poco, un complesso intrico di passioni e di pulsioni incrociate. |
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Il cinema che incontra il teatro e ne rende omaggio. In un continuo rimando tra finzione e realtà, tra teatro e vita. La storia, o meglio le relazioni, fra tre personaggi che si parlano e si raccontano, passando tra paure adolescenziali e riflessioni sulla vecchiaia, ricordi del passato e sentimenti del presente, desideri mai consumati e drammi già vissuti. Le vite di tre personaggi che sono attori del proprio stesso copione, ed una sensazione di inevitabile simbiosi, tra un destino “scritto” ed una “messa in scena” apparentemente libera da regole di recitazione. Il flashback si intreccia con prospettive future , solo raccontate, per mezzo di dialoghi che come onde vanno avanti per poi sempre ricadere su se stesse, perdendosi nel loro stesso essere; un riflusso tra quello che era, potrebbe essere ed infine è, lascia nello spettatore un senso particolare di spaesamento. Questo denso e breve film, è un viaggio tormentato nella psicologia dei protagonisti, che con elegante cortesia si scambiano parole di odio, amore, saggezza, commozione e sentimento. Ottime le interpretazioni, con la piacevole sorpresa dell’esordiente Lena Olin. |