Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Persona

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Persona
titolo originale Persona
nazione Svezia
anno 1965
regia Ingmar Bergman
genere Drammatico
durata 85 min.
distribuzione INDIEF
cast B. Andersson (Alma) • L. Ullmann (Elisabeth Vogler)
sceneggiatura I. Bergman
musiche L. Werle
fotografia S. Nykvist
montaggio U. Ryghe
media voti redazione
Persona Trama del film
Alma è una giovane infermiera, alla quale viene assegnato il compito di assistere Elisabeth Vogler, un’attrice che ha deliberatamente smesso di parlare. Dopo i primi contatti in una clinica, le due si trasferiscono in una casa sul mare, lontane da tutto; là, a stretto contatto, l’amicizia che rapidamente si crea lascia alla lunga il campo a liti e ad astio, per finire con la completa immedesimazione dell’una nell’altra.
Recensione “Persona”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 9)
Persona è un film dai molteplici risvolti, ma, innanzi tutto, è una scena dominata dalle sue due uniche interpreti: tanto la Ullmann, quanto la Andersson, sono eccezionali nel mantenere costante l’intensità del film, l’una con la sola espressione del volto, l’altra muovendosi a lei attorno senza mai prevaricare, riuscendo a creare un equilibrio perfetto tra il mutismo voluto e la verbosità indotta. Il risultato è la credibilità d’un rapporto che più impari non potrebbe essere, tant’è che l’infermiera finisce per oltrepassare la soglia del proprio dovere assistenziale, mettendo se stessa in competizione con l’attrice, subendone ma combattendone la personalità.
Le due donne, radicalmente opposte nel comportamento, lentamente convergono, fino a coincidere nel finale: se Elisabeth non parla, Alma si sdoppia, parlando, oltre che con l’assistita, anche con la cinepresa; ma, alla fine, entrambe pronunciano ed ascoltano lo stesso discorso, l’infermiera recita l’animo dell’attrice, l’attrice lo rifiuta, dichiarandosi infermiera. Dietro all’eccelso livello formale, il cuore del film è il lato psicologico: Elisabeth non parla più perché vuole smettere di recitare, di apparire, e limitarsi ad essere. “Ogni parola è menzogna”: attraverso la sua scelta spera non solo di rivelarsi agli altri per quello che è, ma anche di non perdere mai ella stessa la coscienza di sé.
L’importanza del piano psicologico è amplificata dai costanti riferimenti formali, quali l’inquadratura sulle mani di Alma mentre apprende il proprio compito, la figura del bambino che cerca di sfiorare l’immagine del volto ora dell’una, ora dell’altra donna, o i titoli di testa, intervallati da fotogrammi, epifanie di scene ancora lungi dallo svolgersi. Si muove tra i due piani anche il significante dell’infermiera: Alma, ovvero anima, già così sufficientemente significativo, è la traduzione di Hadjek, l’ultima parola di Johan, il bambino, ne Il silenzio. Non è meno particolare l’altra, Elisabeth Vogler, lo stesso cognome del protagonista de Il volto, la stessa scelta di mutismo. Il percorso autoreferenziale continua, perché Bergman fa propri di questo film anche i problemi spirituali della trilogia del silenzio, a partire dalla crocifissione che si vede nelle primissime immagini, dall’apparente funzione esclusivamente metatestuale; sembra leggere il copione di Luci d’inverno, Alma, quando parla delle “grida della fede e del dubbio nell’oscurità e nel silenzio”; infine, nascono da lontano anche la lenta metamorfosi dell’infermiera ed il tema della difficoltà d’essere ascoltati e capiti, come il gioco di luci sui volti delle due protagoniste.
Tutti questi problemi sono proposti, come sempre, e lasciati lì; Bergman si comporta contradditoriamente, nei loro confronti: i frequenti interventi metacinematografici, il monologo nella cinepresa o la pellicola che si rompe, sembrano voler racchiudere il tutto entro la finzione filmica, mentre i riferimenti agli avvenimenti del mondo esterno lasciano propendere per un’universalizzazione dei temi trattati. Al solito, non è possibile sottrarsi al confronto che il regista impone allo spettatore: ogni interpretazione è possibile, almeno una è necessaria.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia di Bronzo (72 Commenti, 75% gradimento) yanquiuxo Medaglia di Bronzo 23 Marzo 2017 ore 21:26
voto al film:   9,5

Medaglia d'Argento (171 Commenti, 75% gradimento) Bardamu1991 Medaglia d'Argento 17 Novembre 2015 ore 00:48
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Utente di Base (1 Commento, 0% gradimento) marcus14 23 Febbraio 2015 ore 10:41
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Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) Marcolino93 20 Gennaio 2015 ore 11:38
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Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) charlie91 5 Novembre 2014 ore 15:17
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Utente di Base (12 Commenti, 10% gradimento) marcopecs 30 Dicembre 2013 ore 22:38
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Utente di Base (13 Commenti, 58% gradimento) Palopa 31 Marzo 2013 ore 16:30
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Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) martella 17 Febbraio 2013 ore 13:03
voto al film:   8,5

Medaglia di Bronzo (76 Commenti, 30% gradimento) Pierrot Medaglia di Bronzo 4 Luglio 2011 ore 21:17
voto al film:   9

Utente di Base (1 Commento, 100% gradimento) stalker 19 Giugno 2011 ore 23:13
voto al film:   9


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