Berlino 2008 12/02: Berlino diverte e parla italiano
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Improvvisamente, l’inverno prossimo. Una proposta di legge rimane una proposta di legge, se manca la volontà. Gustav Hofer e Luca Ragazzi portano sullo schermo uno dei temi principali del dibattito socio-politico degli ultimi mesi, la legge sulle coppie di fatto. Non la legge, ma la proposta. Tanto è bastato perché un’ondata di omofobia si scatenasse, segnando la vita di coppie che fino ad un attimo prima avevano vissuto senza problemi. Non è stato fatto alcun passo avanti, ne sono stati fatti molti indietro. Al prossimo inverno è rimandata la speranza di una legge non soltanto giusta, ma inevitabile. Il problema è che questa legge sembra esser rimandabile ad oltranza, e l’inverno prossimo rimarrà a lungo il prossimo a venire. “Improvvisamente l’inverno scorso”, sezione Panorama, è il film più atteso della serata berlinese, ma non è l’unico segnale di un cinema italiano presente, finalmente, ben oltre il competitor “Caos Calmo”. Sempre nella sezione Panorama, sottosezione ‘special’, è il giorno di “Sonetàula”, mentre l’omaggio a Francesco Rosi continua con la proiezione della sua “Carmen” (con Palcido Domingo). Se l’Italia può sorridere, il pubblico si lascia andare, ridendo di gusto: è un’autentica sorpresa, visto il passato del regista, il film in concorso presentato da Mike Leigh, “Happy Go Lucky”. Lontano dalla pesantezza de “Il segreto di Vera Drake”, Mike lancia sulla scena di una kermesse storicamente ‘dura’ una “risposta gioiosa alla tristezza che circonda la protagonista”, con l’intento di “farci riflettere su come viviamo la nostra vita, e di celebrarne la gioia in tutti i modi possibili”. Chiude la conferenza stampa con una frase sibillina, “lo spirito e il desiderio di contagiare gli altri col proprio ottimismo sono esattamente gli stessi”: parla delle sue due protagoniste, la solare e gioiosa Poppy paragonata a Vera Drake… Ma il divertimento dura soltanto il tempo del film di Leigh. Dietro l’angolo c’è la realtà, quella che circonda anche l’appena citata Poppy: è “S.O.P.: Standard Operating Procedure”, il documentario di Errol Morris su Abu Ghraib, a scioccare un pubblico pur preparato. Un’opera da vedere e da non vedere allo stesso tempo. L’orrore, l’orrore, chiosava Marlon Brando (le parole sono di un ex marnaio ucraino, alle prese con una lingua che non padroneggiava, in “Cuore di tenebra”). L’orrore è qui, oggi. Qui, oggi, c’è anche il terzo film in concorso della giornata: si tratta di “Night and Day”, la storia di un pittore coreano in trasferta a Parigi, firmata dall’ennesimo prodotto della fiorente industria cinematografica coreana, Hong Sang-soo. Si è visto abbastanza, qui, oggi. |
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