La violenza resa con la freddezza dei colori e la meccanizzazione dei movimenti, la parabola del protagonista si compie con inesorabile e feroce determinazione sino ad un finale onestamente troppo semplicistico.

Esordio cinematografico dei Coen con un film dalla trama inesorabile e dalla narrazione precisa, marchio di fabbrica della coppia di fratelli.

Piccolo gioiello che parte dall'osservazione del ruolo dell'insegnamento, e della sua importanza riguardo la formazione umana degli studenti, per arrivare sino ad una riflessione universale per su vari temi come l'ambizione, il senso di appartenenza, di presenza e responsabilità nei confronti di sé stessi e del prossimo.

Forse una delle migliori pellicole che abbia come tema la tossicodipendenza. Testamento morale di William Burroughs, che compare brevemente nel film.

Brillante trasposizione cinematografica di uno dei periodi cruciali della storia statunitense degli ultimi cinquant'anni, un inno all'impegno civile e alla libertà d'espressione. Sean Penn è un valore aggiunto in questa pellicola.

Brillante pellicola diretta da Turturro, stupisce per l'approccio del regista e la sua capacità di sfornare un film ben lontano dai gusti tipici degli spettatori contemporanei. Tornare dietro la macchina da presa dopo un decennio dirigendo un musical è un gran atto di coraggio.

Di gran lunga migliore dell'ultra-celebrato "American beauty", qui Mendes opera una critica sociale ben più sottile e penetrante della pellicola appena citata, dove la crisi dei valori dei singoli corrode dall'interno il matrimonio della coppia protagonista.
La coppia Winslet-Di Caprio all'apice dell'affiatamento, direi un Oscar mancato per Leo.

Una commedia leggera e piacevole, che ha l'indubbio merito di reggere a lungo un bel ritmo e di non scadere troppo nello scontato happy-end.

Il film passa da un genere all'altro senza subire scossoni, anzi dando alla trama una ricchezza e un ritmo piacevole alla visione. Con un Giamatti travolgente, pure De Niro passa in secondo pianto - una presenza importante ma non significativa a livello narrativo, nonostante questa sia una delle sue migliori interpretazioni dell'ultimo decennio.

Un cult nel suo genere, la storia - pur nella sua semplicità - diverte e tramanda ai posteri alcune scene entrate nell'immaginario collettivo.

Niente è come sembra in questa pellicola di Estwood, con i tre protagonisti alle prese con una violenza subita durante l'infanzia impossibile da cancellare. All'inappuntabile precisione registica si unisce un cast indovinato per l'occasione, dove il trio Penn-Robbins-Bacon spadroneggia sulla scena.

Ammirevole la rivisitazione critica di un intero genere, e quindi di buona parte della propria carriera, da parte di Eastwood: un film western spogliato di ogni mito e splendore, una caccia alla taglia che, tra dubbi, malinconie e riflessioni per un'epoca ormai passata e destinata a non tornare mai più, si trasformerà in un bagno di sangue e in una dolorosa catarsi per il protagonista.
Eastwood in stato di grazia, cast stellare dove ognuno rende al meglio nella propria parte.

Il regista lavora a tal punto sull'ambientazione, e sulle sensazioni vissute dal protagonista, che alla fine lo spettatore rischia di perdere il filo della narrazione. Robin Williams decisamente convincente nei panni del cattivo di turno.

Il meccanismo di svelamento dei numerosi colpi di scena vengono a sciogliersi con precisione sino al finale, un vero e proprio pugno allo stomaco. Nuova prova convincente di Nolan, regista tanto visionario quanto meticoloso nella messa in scena.

Uno dei migliori documentari d'inchiesta di sempre, dove il punto di vista dell'autore non travalica mai la potenza delle immagini.

Film che strappa la sufficienza, ma che di sicuro non assurgerà allo status di cult. Alla buona interpretazione di Depp - intenso, coinvolgente e credibile nella parte - si oppone la mediocrità degli altri interpreti. Pellicola effettivamente lunga, agli effetti sorprendenti presenti all'inizio si passa ben presto ad una sensazione di dejà-vu, sino all'epilogo finale. Finale quantomeno non scontato, che lascia una sensazione di appagamento in una pellicola altrimenti noiosa.

La poesia di Rilke. La freddezza berlinese. La bravura degli interpreti. Un film dedicato agli animi sensibili e agli innamorati.

Una pellicola intelligente che ha per tema la percezione del diverso, approfondita grazie al candore del protagonista.

Forse una delle migliori espressioni del cinema irlandese di sempre, con un Cillian Murphy sugli scudi e una regia impeccabile nel riprendere ogni aspetto quotidiano di questo dramma e tenere costante il ritmo narrativo.