La commedia del regista argentino Sebastian Borensztein “Un cuento chino”, che in Italia verrà distribuita da Archibald con il titolo “Cosa piove dal cielo?”, ha vinto la sesta edizione del Festival Internazionale del film di Roma. Il film ha vinto sia il Premio Marc'Aurelio della Giuria al miglior film, presieduta da Ennio Morricone, che il premio Bnl del pubblico; il Gran Premio della Giuria è andato a sorpresa a “Voyez comme ils dansent”, così come a sorpresa è stato assegnato anche un Premio della Giuria a “The eye of the storm”. Tra gli attori vincono Noomi Rapace per “Babycall” e Guillaume Canet per “Un vie Meilleure”.
Per “Hotel Lux”, probabilmente il miglior film del Festival, è stato inventato un Premio Speciale della Giuria per la colonna sonora. Resta a mani vuote “Hysteria”, che paga come “Hotel Lux” il fatto di non essere un tipico film da festival, e restano a mani vuote i film italiani (che onestamente potevano sperare solo nel campo della recitazione femminile, dove è stata fatta una prevedibile scelta non di qualità ma di opportunità, con un nome forte e di grande appeal per le ultime generazioni). Sacrosanto invece il premio a Canet, così come prevedibili e meritati il Premio del pubblico e almeno un riconoscimento da parte della Giuria (è arrivato il più importante) per “Un cuento chino”. Poco comprensibili invece i grandi e piccoli Premi Speciali, con due film inferiori a molti non premiati, da “Magic Valley” a “La kryptonite nella borsa” (entrambe opere prime, tra l'altro).
Nella sezione Extra, fino agli altri anni unica oasi di qualità del festival, sorprendentemente affiancata quest'anno dalla Selezione Ufficiale, l'ha spuntata il documentario “Girl Model” di David Raimond e Ashley Sabin.
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