Buon film animato della Pixar, che consolida la qualità raggiunta dalle sue produzioni. Commuove, già dall'inizio, prima ancora che nasca il piccolo Nemo, e con poche scene essenziali. Toccante la separazione tra padre e figlio quando Nemo è catturato, dando origine al viaggio disperato per la sua ricerca, durante il quale il padre passerà per scenari suggestivi e pericolosi, incontrando personaggi indimenticabili.
Eccezionale in particolar modo la resa grafica dei predatori, protagonisti delle scene più memorabili (l'inizio, il trio di squali e il pesce sul fondale). E riusciti anche i momenti più distensivi con Dory e i pesci nell'acquario dove finirà Nemo.
(Inutile il 3D della prossima edizione, se renderà solo come visto nel trailer durante la proiezione di Brave, anche se rappresenterà per lo meno l'opportunità di godersi questo film al cinema.)

Il primo film della Pixar a essere grande. Ha un'ambientazione fantastica molto originale, grottesca e affascinante al tempo stesso, popolata da personaggi stravaganti e ben caratterizzati che danno origine a una trama coinvolgente che diverte, sorprende ed emoziona.
Dopo i primi film ("Toy Story" e "A bug's life") non mi ero più interessato a questo studio d'animazione, e ho recuperato questo solo molto tempo dopo, quando con altre produzioni ho finito per innamorarmene. Ma "Monsters" ha meritato senz'altro il successo riscosso, peccato solo che a suo tempo non lo vidi al cinema. È un'opera unica e geniale, già dal soggetto, e diretta in modo impeccabile.

È stato l'esordio di un grande studio d'animazione, che ha eclissato completamente la Disney, almeno quella degli ultimi decenni. Onore al merito per la Pixar, ma per film animati di qualità bisognerà attendere ancora degli anni. Toy Story e il mediocre "A bug's life" vedono infatti John Lasseter come regista principale, autore di tutti i titoli meno significativi di questo studio (tra cui "Cars" e seguito). Tutt'altra cosa quelli diretti da Pete Docter ("Monsters" e "Up"), Andrew Stanton ("Alla ricerca di Nemo" e "Wall-E") e Brad Bird ("Gli Incredibili" e "Ratatouille").
Toy Story è un prodotto che coinvolge, ma non ho sentito la necessità di rivederlo come le altre opere citate né di proseguire con gli altri capitoli della trilogia. Giudizio tutto sommato positivo, ma alla luce delle altre produzioni un film evitabile, se non fosse per quello che ha rappresentato ai tempi dell'uscita e che indirettamente oggi ha reso possibile.

Primo gangster movie per i due fratelli Coen, con tinte noir come per l'esordio con Sangue Facile.
"Miller's Crossing" ci mostra la guerra tra due bande all'epoca del proibizionismo, e il ruolo di Tom nella sua risoluzione. Ma ancor più ci mostra il conflitto interiore del protagonista, combattuto fra lealtà e amore, e fra la sua moralità che gli impedisce di uccidere a sangue freddo e ciò che è invece necessario. Una trama come sempre coinvolgente e mai scontata, unita a un'ottima interpretazione e al taglio molto realistico con cui è diretto, rende questo film un piacere da vedere e rivedere.

Thriller con tinte noir che può vantare una sceneggiatura perfetta, in cui ogni personaggio ha una visione parziale degli avvenimenti e si comporta di conseguenza, dando luogo a un film imprevedibile e avvincente. Un bell'esordio per i due fratelli.

Film che vorrebbe replicare, pur sfruttando l'ambientazione di Star Trek, l'atmosfera e il successo del primo Star Wars, per poter così rilanciare una serie ormai morta e attrarre nuovi fan anche tra chi non conosce nulla di quest'universo fantascientifico. Rientro quindi tra il suo pubblico potenziale, ma con me il film ha fallito comunque. Troppe scene d'azione, per lo più inverosimili considerando che si sta parlando di umani normali, personaggi macchietta e senza spessore, e un numero eccessivo di personaggi, come se si fossero messi in mente di presentarci tutti quelli che erano presenti nella serie TV in un film di due ore, con continue strizzate d'occhio al fan di vecchia data. Risultato davvero scarso per quanto mi riguarda, e mi ha sorpreso molto il generale apprezzamento con cui è stato accolto.

Film culto con moltissime scene esilaranti nel loro aspetto grottesco, legate da una trama complessa e intrigante. È una commedia imprevedibile diretta con lo stile inconfondibile e fuori dagli schemi dei Coen, avvalorata anche da un'ottima recitazione. Uno dei grandi film di questi due fratelli, nel complesso bellissimo e con momenti geniali.

Film che è diventato un cult, ma che soffre di un'atmosfera troppo patinata per quello che racconta, dove il peggio rimane sempre fuori dalla rappresentazione e non scalfisce il carattere del protagonista, che ne rimane inalterato. L'evento esplicito più traumatico, dove la crudeltà del direttore è finalmente mostrata, riguarda un personaggio più che secondario. Ho trovato artificioso il colpo di scena finale, per quanto di sicuro effetto, e quel che segue.
L'interpretazione degli attori è invece eccellente e la regia di Frank Darabont più che mai ispirata, soprattutto nei momenti più distensivi in cui viene esaltata con molta efficacia la voglia di umanità e normalità dei prigionieri (la scena della birra e più avanti con la musica), rendendo il film sicuramente meritevole di visione. Un buon film, e a oggi il migliore di questo regista.

Realizzazione molto buona di una trama purtroppo lineare e prevedibile, come nella tradizione delle fiabe senza però quel tocco di classe che ha sempre contraddistinto le migliori pellicole dello studio Pixar. Ottimi tutti i personaggi femminili, da Merida alla madre e il loro rapporto, e anche una strega - Strega? Intagliatrice! - che differisce molto da quelle disneyane, anche se a parte la sua caratterizzazione ciò che succederà da lì in avanti non riserva sorprese.
Visione piacevole, e sicuramente consigliabile rispetto a quanto offerto attualmente dagli studi concorrenti, ma non innalza e nemmeno eguaglia il livello di quanto già realizzato dalla Pixar.

(continua... )
(che richiamano lo stile) biomeccanico di H. R. Giger. Il film coinvolge e la tensione è palpabile, con una trama intrigante e abbastanza complessa, ma fin troppo ricca di misteri e aperta a un inevitabile secondo capitolo, già annunciato.
In conclusione Prometheus è discreto, ma non lo consiglierei a tutti. Va tenuto presente infatti che se la visione di Alien e Aliens è quasi necessaria, Prometheus non è solo un prequel ma il tentativo, non del tutto riuscito, di creare qualcosa di totalmente nuovo pur partendo da quell'ambientazione. Scelta di difficile comprensione, che indispone sia chi si aspettava un film più fedele allo stile precedente sia chi ne cercava uno autonomo.

Film con pregi e difetti molto marcati.
Tra gli ultimi una sceneggiatura molto scarsa, da cui non si capisce il perché di quello che si sta vedendo in molte scene, e poca chiarezza circa il soggetto da affrontare, come se il film fosse in perenne indecisione tra l'essere un prequel ad Alien e il ritagliarsi un suo spazio indipendente, con mire peraltro ambiziose. Non si capirebbe sennò il motivo della scena finale, inutile per il film e incomprensibile per chi non abbia visto almeno Alien ed Aliens, citati in diverse sequenze; così come la voglia di esplorare tematiche mai affrontate da questa saga e di ampliarne l'ambientazione. Inutile l'inizio, dato che il film avrebbe potuto cominciare direttamente sull'astronave senza perdere nulla, e fastidiosa la retorica anti darwiniana richiamata di tanto in tanto.
La regia invece è molto buona e tutti gli aspetti visivi sono ottimi, a partire dall'eccellente scenografia e dai costumi degli ingegneri che richiamano lo stile

È il capitolo con cui la saga giunge a un nuovo livello, e per me il miglior film di supereroi finora realizzato, riuscendo a essere perfino indipendente da Batman Begins. Ottimo questo Batman, che abbandona i suoi tratti gotici (i pipistrelli e la batcaverna del primo) e assume quelli tecnologici con ancora più realismo. Indimenticabile la sua nemesi, che ci dona continui colpi di scena inseriti con coerenza in un piano che pensiamo di aver compreso, ma che non smette di stupirci e cogliere impreparati, anche dopo il confronto finale tra questi due eterni avversari.
Fino a oltre metà del secondo tempo avrebbe potuto tranquillamente rivaleggiare anche con i migliori film di questo regista, ma del finale non mi è andata proprio giù la parte su Due Facce, affrontata troppo sbrigativamente, e un certo buonismo di troppo riguardo la vicenda delle due navi. Nonostante tutti i suoi punti di forza, personalmente trovo che abbia la conclusione più debole dei tre.