Primo capitolo della trilogia di Nolan, che riscrive il mito di Batman al cinema, facendo tabula rasa di quanto venuto prima. Mai apprezzati infatti i due di Tim Burton, pur riconoscendone i meriti, e non penso serva nemmeno parlare di quelli di Schumacher...
Aldilà delle qualità registiche però, è solo con i seguiti che mi sono appassionato al personaggio e quindi alla saga. Sono ancora presenti diversi elementi troppo "da fumetto" in questo primo film, anche se si sono almeno evitate inutili commistioni con il fantastico.
Discretamente riuscito e l'ho visto con piacere, cosa che posso dire di pochi film di questo genere. Ma non l'avrei rivisto se non fosse stato per l'uscita del terzo capitolo, che dipende da questo ancor più del suo seguito diretto.

Ho apprezzato questo film conclusivo, e lo trovo tra i più riusciti, sia rispetto a un genere che non ha mai brillato e di cui non esistono altri terzi capitoli all'altezza, sia in generale riguardo i finali delle trilogie cinematografiche.
Alcune cose erano migliorabili, ma non sono deluso e non mi aspettavo di più, forse anche per aver apprezzato meno di altri la saga nel suo insieme. Molte delle critiche a questo film per me infatti potrebbero essere mosse anche a "Il cavaliere oscuro".
Bellissima per me la scena del pozzo, e azzeccati tutti i nuovi personaggi. Ho gradito anche la conclusione, più ancora che nel precedente, dove lo spazio dedicato a Due Facce non mi aveva convinto.
Considerati pregi e difetti per me è allo stesso livello del precedente, e ne consiglio la visione.

Pur con qualche forzatura a livello di trama principale per il salvataggio dell'ex ragazza del protagonista, si tratta di un film consigliabile e di uno degli esempi più riusciti tra quelli con telecamera a mano.
Come genere quello "monster movie" incontra il filone catastrofista, e rappresenta l'angoscia di New York e degli USA dopo l'11 settembre. Gli elementi più incisivi sono infatti l'impotenza percepita di fronte a un simile scenario e la mancanza di spiegazioni circa la sua natura, dato che si sa mai nulla in più dei protagonisti.
In questo genere Cloverfield è il film più notevole dai tempi del primo King Kong.

Rispetto a Tokyo Godfathers, Paprika riprende le tematiche sviluppate nelle altre opere (Perfect Blue, Millennium Actress e anche la serie animata Paranoia Agent), ambientandole in un nuovo contesto. Il dualismo tra realtà e immaginazione, qui rappresentato dalla dimensione onirica dei sogni, che possono essere penetrati e manipolati, anticipando e ispirando l'Inception di Christopher Nolan.
Visione consigliata, come per tutte le opere di questo autore, sempre originale e che ha donato molto al mondo dell'animazione. Resta solo l'amarezza che si tratti dell'ultima opera diretta da Satoshi Kon.

Visto sottotitolato, questo film spagnolo ancora poco conosciuto è stato un'autentica sorpresa.
Eva è scorrevole, ma riflessivo e non ingenuo, trattando in modo originale il tema dell'intelligenza artificiale, portato qui a un livello ulteriore anche rispetto al film A.I. di Spielberg. Il film coinvolge, e lascia il segno, nonostante qualche imperfezione scusabile. Mi auguro anch'io che venga distribuito, merita davvero e non posso che consigliarne la visione.
(Un appunto sulla scheda: il suo genere è fantascienza più che fantasy.)

Orrore e follia. Lo è la guerra, li mostra in modo superbo il film.
Apocalypse now è un flusso di momenti, vissuti nel corso degli spostamenti del capitano Williard e la squadra che lo deve scortare, che ci mostrano la guerra da tutte le sue angolazioni, dandocene un ritratto spietato e assurdo. "Addestriamo ragazzi a sganciare napalm sulla gente, ma i loro comandanti non vogliono che scrivano 'cazzo' sugli aerei perché è una parola oscena."
Personaggi fantastici, interpretati da attori al meglio della loro forma e diretti in modo magistrale. Moltissime le sequenze passate alla storia del cinema, in particolare la celebre sull'odore del napalm al mattino. E agghiacciante il monologo del colonnello Kurtz: pazzia e lucidità si confondono e diventano indistinguibili.
Incipit ed epilogo semplicemente perfetti. This is the end; Beautiful friend: This is the end; My only friend, the end...
E per finire l'edizione Redux riesce nel non facile compito di arricchire un'opera già eccellente.

È indubbiamente un cult dell'animazione mondiale, non solo nipponica, e ha il merito indiscusso di aver mostrato per la prima volta anche al pubblico non di nicchia un modo del tutto diverso di pensare l'animazione e i temi che può trattare. Akira è un classico immancabile per chiunque apprezzi l'animazione o anche solo la fantascienza, e tuttora tra le opere più notevoli mai realizzate. È consigliabile anche a chi raramente si interessa di animazione.
Davvero scarso purtroppo il doppiaggio italiano o inglese, almeno per gli standard attuali e come da norma per l'animazione giapponese del periodo, e sarebbe preferibile guardarlo in lingua originale con i sottotitoli.

Film incantevole e toccante, con un'ambientazione riuscitissima sospesa tra una fiaba horror e un film storico drammatico. Non amo nemmeno io la maggior parte dei fantasy, con qualche notevole eccezione, ma "Il labirinto del Fauno" merita e Guillermo del Toro supera se stesso con quello che ancora oggi è il suo film migliore. Le creature mostrate sono originali e indimenticabili, ma non lontanamente mostruose quanto l'umano Vidal. Come ben evidenziato dalla recensione il film è stato vittima della sua stessa pubblicità, visto che veniva presentato essenzialmente solo come una fiaba, scontentando inevitabilmente chi è andato al cinema con una simile aspettativa e rischiando di passare inosservato agli altri, non fosse stato per il grande passaparola. Film ammirevole anche per l'originalità, sia della storia per un soggetto che non è tratto da nessun libro, sia per l'aver usato un genere solitamente disimpegnato ed "escapista" per raccontarci una storia drammatica.

A guardarlo oggi lo definirei una fiaba gotica più che un horror. Sono ancora efficaci gli effetti con le ombre, e apprezzabile anche il tentativo sperimentale di uso del colore, anche se alla fine non fu mai completato e si può ammirare così solo nella riedizione. Pur trattandosi di un buon film, soffre di una conclusione affrettata e non incisiva, e non è tra i migliori del grande Murnau.

Buon film di Hayao Miyazaki, che riprende molti elementi dalla serie animata Conan e li porta a un nuovo livello, uniti a un'ottima cura per i disegni. Non eguaglia però né il precedente Nausicaa, incredibile sia come manga sia come film d'animazione (entrambi di Miyazaki), né il successivo Principessa Mononoke. Ma comunque la si pensi anche per me un'opera consigliata. Ed è stata una grande commozione averlo potuto vedere finalmente al cinema.

La degna conclusione del precedente capitolo. Personalmente ho apprezzato anche il cambio di registro rispetto al precedente, e il fatto che abbia una sua impostazione senza per questo essere incoerente con il primo volume. Conclusione imprevedibile fino alla fine, con un Bill, finalmente mostrato, difficile da dimenticare.

Non amo il cinema che il regista vuole omaggiare, ma soltanto Tarantino poteva ambire a un simile risultato. Grande. Il livello dei primi due film non è più stato eguagliato, ma anche Kill Bill può vantare scene memorabili.

Deve fornire molti dettagli allo spettatore, per spiegare il funzionamento del mondo onirico che viene ricreato e controllato dall'architetto. Ma ne vale la pena e il risultato è notevole, un altro centro per il regista. Ammirevole la cura per i dettagli del film, dalla sceneggiatura alla regia. Il suo difetto più grave, che mi impedisce un giudizio ancora migliore, è che a prescindere da tutte le sue qualità, Inception è complesso ma non profondo.

Buon film di un grande regista. I personaggi della squadra sono trascurabili, a parte Hugo Stiglitz, ma con un ufficiale Landa indimenticabile. Splendida la parte al cinema con le pellicole al nitrato, e chiave di lettura del film.

L'unico film davvero consigliabile in un (sotto)genere che non ha mai brillato. Da evitare i seguiti e tutto ciò che ha ispirato.

Interessante, anche se non eguaglia Moon. Soffre di una certa ripetitività nella parte iniziale, e anche una minor concessione al sentimentalismo avrebbe giovato, come un attentato più elaborato. Bello e a sorpresa il finale, senza apparire forzato, e che regala anche qualche momento di riflessione.

Più che la solita commedia amorosa, come lo sciagurato titolo italiano lascia supporre, "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" è originale e toccante, un riuscito connubio tra generi sentimentale e fantascientifico. Un film delizioso. E il soggetto è più intelligente di quanto si possa credere, dato che la possibilità di rimuovere brutti ricordi esiste già, anche se non ancora a quel livello.

È la prova più notevole di Cronenberg, con un Viggo fenomenale e al massimo della forma. Consigliato, ma non imperdibile, perché a parte delle sequenze magistrali, il resto è fin troppo prevedibile.