Ho capito meglio il tuo pensiero e allora sono d'accordo con te. Per questo critico il fatto che il Festival di Roma non abbia trovato una sua identità specifica, in fondo in Francia hanno Cannes e poi tanti altri festival molto belli, mi viene in mente per esempio Clermond Ferrant. Poi io sono di Roma e vedo che il pubblico va all'Auditorium (e anche negli altri spazi del festival), si interessa, discute ... Insomma, anche così con tutti i suoi difetti io sono contenta che a Roma ci sia un evento del genere.

Il Festival di Roma non ha ancora trovato una sua identità, è vero, e la gestione degli anni passati ha lasciato buchi di bilancio soprendenti per non dire altro ... Però definire "inutile" un festival perché in Italia ne abbiamo già un altro mi sembra esagerato. Se c'è domanda di festival, se il pubblico partecipa e si sente coinvolto, se si vedono bei film e si spendono utilmente i soldi degli sponsor, insomma se si offre un bello spettacolo lo spettacolo non è mai "inutile". O no?

Mi dispiace votare così un film italiano, con un cast interessante e un regista capace di molto meglio però non ci siamo. La trama è spaventosamente esile, ma è lo svolgimento a essere imperdonabilmente sciatto. Valga solo come esempio la scelta di far raccontare il finale con uno "spiegone" sotto forma di lettera scritta da uno dei protagonisti. Vabbè che una commedia deve finire bene, ma affogarla del tutto nei buoni sentimenti è triste.

Sicuramente un film interessante, ma non imperdibile. Lombardi, mi si perdoni il cinismo, si inserisce in un genere piuttosto frequentato negli ultimi anni e non distanzia in nulla i suoi compagni. Della pellicola resta la regia notevole e interpretazioni convincenti, meno la denuncia sociale.

Questo film si meriterebbe un 4.5 ideologico per l'approccio squallido alla storia, e non mi riferisco alla scelta di raccontare gli amori (anche dettati dall'interesse) della protagonista: lungi da me ogni moralismo! Però ridurre tutti gli spunti interessanti di una storia e le scelte di un personaggio ai suoi amorazzi è una cosa talmente banale da non potersi vedere al cinema. Si salvano, come sempre in questi casi, le ricostruzioni d'epoca, la fotografia e i vestiti. Personalmente, ho trovato l'interpretazione della Tautou un po' piatta.

Sono d'accordo con la critica all'approccio "televisivo" alla storia, pur non avendo letto il libro che tutti mi dicono molto bello. Purtroppo il film soffre di un altro difetto incomprensibile: la cattiva recitazione dei bambini, che getta un velo di falsità su tutta la pellicola. La rappresentazione dell'infanzia non funziona proprio ... Detto questo, io promuovo comunque il film a pieni voti perchè è un'opera prima girata con eleganza stilistica ma senza eccessivi compiacimenti, ha un andamento scorrevole senza momenti morti. Non è un capolavoro, ha i suoi difetti ma resta una pellicola piacevole e un'opera prima più che buona.