a dieci anni dall'imprescindibile scarface brian de palma gira il suo capolavoro, un lavoro universale che prende dal gangster movie per dipingere un affresco umano sull'impossibilità di sottrarsi a ciò che si è e sulla necessità di affrontare i nodi che la vita, prima o dopo, conduce al pettine. bravissimi al pacino e sean penn, che danno forma, volto, introspezione e credibilità ai personaggi

un film che con linguaggio sempre brillante e leggero della commedia francese parla della difficoltà di accettare l'altro, con le sue qualità e soprattutto i suoi difetti, che mostra come in ogni rapporto esistano risentimenti più o meno sopiti che tuttavia non si traducono necessariamente nell'impossibilità dell'affetto e dell'amore. spiace solo per il finale un pò sbrigativo e banalotto

la mano di mendes si vede, eccome. sicuramente il miglior film di bond da vent'anni a questa parte, con una trama che si avvicina più al thriller che allo spionaggio. ottimi come al solito bardem e fiennes

decisamente inferiore a casino royal, sia per il ritmo videoclipparo che per la debolezza di comprimari e cattivoni. tuttavia conferma Craig come il miglior Bond da parecchi anni a questa parte, davvero ottimo come 007 ancora acerbo e riottoso. si spera che il prossimo superi le mancanze di questo quantum of solace, ma essendo girato da mendes promette bene

una delle commedie più esilaranti che abbia mai visto, con attori eccellenti, uno script che dà decisamente sul comico, ambientazione a metà tra la sit-com e il siparietto, gag irresistibile e morale finale...che volete di più scusate?

fa meno ridere della cena dei cretini, e a tratti pecca di troppo buonismo (in particolare è poco credibile il personaggio della Taglioni), ma è una commedia semplice, garbata, che diverte e forte di un cast eccellente (Auteuil, Kirsten Thomas, Boon...e scusate se è poco!!)

non originalissimo ma con alcune gag decisamente azzeccate, si vede che gli attori sono un gruppo ormai rodato

un film che ha dalla sua un buon ritmo e gag originali, ma che soffoca tra le spire di un finale buonista e ai limiti della bigotteria...peccato

ah, piace un sacco anche Omar Sy, che interpreta una decina di ruoli con un'esuberanza e una favlla invidiabili! :)

Una commedia divertente, originale, esplosiva. Piacciono i consueti intarsi d'animazione stop-motion, l'ambientazione barocca e clochard, il ritmo leggero e scorrevole, i siparietti surreali e soprattutto Danny Boon. L'unica cosa che gli manca rispetto ad Amèlie è il tentativo di affrontare un tema (quello degli armamenti) che Jeunet (per quanto sia un regista che adoro) non ha la profondità per trattare (in questo senso andrebbe meglio un Gondry, regista comunque affine)

in questo film le cose migliori sono David Byrne, Sean Penn e la fotografia (quindi quello che potremmo il "pacchetto estetico"). per il resto la storia non decolla mai, tra spezzoni di road movie, l'improbabile ricerca del protagonista e sentenziose dialoghi intorno a massimi sistemi piuttosto astratti. Onestamente mi aspettavo di più da Sorrentino, ma tant'è

bellissimo per atmosfere e animazione, purtroppo si schianta per l'assenza di una trama che coinvolga almeno un pò. se si vuol fare un film d'avventura ci vuole attenzione a questi "dettagli", che diamine, e non mi interessa se "gli orientali hanno un modo diverso di fare cinema", perchè film come Laputa ce l'hanno eccome, una trama

sicuramente interessante, la scelta di bellocchio di osservare tutto dall'esterno senza intervenire fa a pugni col fatto che la storia l'ha scritta lui stesso, per cui tutto si risolve in un senso di incompiutezza

ma per favore...se la prospettiva è finire ammazzati, chi se ne frega se non si sa scrivere! e poi, perchè ogni volta che si deve rappresentare l'Orrore si torna sul nazismo? va bene che lì di orrore ce n'è stato a iosa, ma si potrebbe anche cercare una soluzione alternativa, che so, gli Armeni, la generazione rubata, i gulag, Port Arthur, la bomba su Nagasaki, Sabra e Chatila, di scelta ce n'è! perchè i film coi nazisti si sprecano, su tutto il resto ce n'è uno per tipo!

un film che tratta un tema importante (la necessità di essere eroi, battendosi contro ciò che reputiamo ingiusto anche a costo di perdere tutto) e lo fa senza sonti per nessuno, soprattutto per il protagonista (il sublime Russel Crowe, qui veramente una spanna sopra tutti gli altri). Peccato per il scarso impatto narrativo, i tempi lunghi, le scene superflue, insomma per l'"architettura" imperfetta

favola nera che racconta la guerra e l'orrore attraverso la fantasia trasfigurante dei bambini. le tematiche sono le stesse del capolavoro Il labirinto del Fauno, di cui rappresenta una sorta di prova generale

uno dei pochi film degli ultimi dieci anni che verranno ricordati negli anni a venire come capolavori. il voto è così basso perchè personalmente ho scarso feeling col film, non perchè non ne riconosca le grandissime doti

un bel film, crudo e diretto, niente di trascendentale ma comunque sopra la media. bravissimo il cast

mi sono preso il mio tempo per commentare questo film, visto al cinema ormai già da un pò. ciò che rimane di questo film è l'interesse per una cultura lontana (ma non troppo) dalla nostra, una sceneggiatura solida e ben costruita, un minutaggio eccessivo (ma non funzionale alla vicenda), una tematica semplice, banalotta ma efficace e comunque seria. non credo che questo film sia un capolavoro, ma sicuramente un film sopra la media di ciò che si vede normalmente al cinema

il cinque lo prende solo per la scena iniziale, per il resto quello che ho visto è un film pretenzioso, inconcludente, di una pesantezza fine a sè stessa. le stesse dichiarazioni al festival mostrano un regista confuso, paranoico, che tenta di mascherare il vuoto di pensiero ormai totale tramite dichiarazioni (e film) sopra le righe e prive di coerenza. non c'è bisogno che si estingua l'umanità, basta che si estingua Von Trier

un geniale divertissement che a qualunque appassionato di fantascienza (ma non solo) non potrà non piacere

estetizzante e a tratti profondo, manca di una buona architettura narrativa che lo renda un film davvero memorabile. come prima prova comunque non è male, e colin firth è magnifico come sempre

affresco esagerato e monumentale di un microcosmo che assurge a identificare un mondo intero, dipinto con pennellate ideologiche e gusto arcadico. se poteva appassionare e convincere quando è uscito molto meno convince adesso. superato, e di parecchio. ridicoli i fascisti (per forza) cattivi, i comunisti (per forza) cretini e i contadini (per forza) con la bandiera rossa in cantina

ah, per inciso al di là della ricostruzione storica (volutamente) inesatta è tutto perfetto, dalla fotografia alle ambientazioni, dalla sceneggiatura alla colonna sonora, con una memorabile interpretazione sia di Crowe che (e forse ancor di più) di Phoenix