Cannes 2007 23/05: il Festival a prova di Tarantino
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I fan di Tarantino applaudono, a prescindere. Gli amanti dello splatter applaudono, convinti. Chi sulla Croisette ha amato “Le iene” quindici anni fa e due anni dopo ha condiviso la Palma d’oro a “Pulp Fiction” ormai conosce Tarantino, il suo percorso passato per “Kill Bill 1” e “2”, per i film con Robert Rodriguez fino a quelli di Eli Roth, e applaude, per abitudine. La Giuria del sessantesimo Festival di Cannes, di fronte a “Grindhouse – A prova di morte” storce il naso. Sintetizzando, la giornata di Quentin Tarantino è stata quasi un’ovazione, ma a priori: il regista americano si è goduto il preventivato bagno di folla, il suo cinema mai come in questo momento è uno strumento di comunicazione con proprio pubblico che rasenta la perfezione, senza il bisogno di intermediari critici o giurati, con i loro inutili giudizi e i voti contrari. Oggi a Cannes (o semplicemente in Europa) Quentin non si discute. In Italia uscirà il 1° giugno, distribuito da Medusa, pochi giorni dopo la consegna della Palma d’oro (che, ahilui, Tarantino vedrà finire nelle mani di qualcun altro): non riempirà le sale, ma ci vuole poco ad immaginare un successo maggiore di quello che gli ha riservato il pubblico amerciano. Nem(men)o Tarantino è profeta in patria: il flop a stelle e strisce è dovuto in parte alla scelta di lanciare sotto l’unico titolo di “Grindhouse” il suo film e quello di Rodriguez, “Planet Terror”, uno zombie-horror come tanto piace al regista texano (e che in Italia approderà a settembre per il Festival di Venezia); in parte forse maggiore, però, è dovuto all’atteggiamento dello stesso Tarantino, che a una domanda sulla scena di lap dance eseguita da Rosario Dawson, tagliata nella versione americana, risponde: “è un mio piacere perverso privare gli americani delle immagini più eccitanti del film”. Chi non lo vedrà per niente, oltre alla scena citata si perderà un’ora e cinquanta di violenza e schizzi di sangue sulla macchina da presa, condimento della storia di un serial-killer che uccide diverse ragazze prima di diventare preda delle sue stesse vittime predestinate. E’ Tarantino ad illuminare i giornalisti in conferenza stampa: “sono cresciuto in una famiglia di donne”. Come da previsioni, il clamore per il Tarantino-Day relega il suo compagno del giorno in un cono d’ombra che soltanto i membri della Giuria e i non-tarantiniani che si sono guardati attorno riescono a diramare: “Le scaphandre et le papillon”, la storia vera del giornalista francese Jean Dominique Bauby, costretto all’immobilità da una paralisi totale e capace di dettare un’autobiografia con l’occhio sinistro (unico organo – oltre al cervello – in grado di muoversi), è un capolavoro di ironia in una situazione drammatica, senza alcuna degenerazione. Julian Schnabel, regista per caso (“Basquiat”, pittore come lui, e “Prima che sia notte” con Javier Bardem nel ruolo dello scrittore Reynaldo Arenas i suoi unici due film prima di questo), è stato inserito in concorso dalla provvidenza, provvidenza che potrebbe germogliare in una palma, una foglia sola, verniciata d’oro. Quella che Tarantino ha meritato nel ’94, prima di trasformarsi da regista di grido in regista di strillo. Fuori concorso ha convinto altrettanto “Go Go Tales” di Abel Ferrara, una storia ambientata a Manhattan, nel night club di Ray Ruby (Willem Dafoe): il Paradise sta per chiudere, i destini delle ballerine (Asia Argento e Stefania Rocca tra loro), degli avventori e del sognatore Ray si incrociano, tutto in una notte. Una lezione di cinema del maestro Abel, i film in concorso possono tirare un sospiro di sollievo. Mentre si spegne l’eco dei rumori intorno a Tarantino, oggi è il giorno di “Persepolis”, cartoon francese tratto dai fortunati fumetti dell’iraniana Marjane Satrapi, che raccontano la rivoluzione islamica e le nuove imposizioni ai costumi (e alla vita) degli iraniani. In concorso anche Béla Tarr con “The man from London” e Fatih Akin, con “Auf der Anderen Seite” (The Edge Of Heaven). Un altro giorno è passato, con un piccolo terremoto. Ne verranno altri, Cannes 2007 scorre. |
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