Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: James Gunn

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Esce venerdì 21 ottobre nelle sale italiane "Super", action movie atipico presentato l'anno scorso al 28° Torino Film Festival. Girato dal regista americano di origini irlandesi James Gunn, del quale riportiamo un'intervista fornitaci dall'ufficio stampa del film, "Super" vede l'uomo comune Rainn Wilson vestire i panni del supereroe improvvisato Bolt Crimson (Saetta Purpurea nella versione italiana) per riconquistare la moglie Liv Tyler fuggita con il malavitoso Kevin Bacon, affiancato nell'impresa da Ellen Page alias Libby (Saettina).
Intervista James Gunn: Domanda 1Che cosa ha ispirato il film?
Prima ancora di “Slither”, avevo voglia di dimostrare di saper fare un film e pensavo che un corto fosse la strada migliore per provarci. Allora ho cominciato a girare “Super”, che doveva essere appunto un corto, ma man mano che andavo avanti il film ha preso vita propria. Non è che ci fosse una grande idea iniziale, una grande scintilla, ma man mano che scrivevo i personaggi cominciavano a conquistarmi, così il corto è diventato un lungo. La storia, invece, si è ampliata rispetto alla mia idea originale. Quando la sceneggiatura non è andata subito in porto, ho cercato di dimenticare il progetto e l’ho messo da parte. Poi però non ce l’ho fatta. Mi sentivo in debito con questa storia, se ha senso dirlo. Era una storia che, non so perché, sentivo di dover assolutamente raccontare.
Per quanto riguarda le altre fonti d’ispirazione, senz’altro i fumetti di Alan Moore, insieme ai film di Scorsese, Tarantino e Lukas Moodysson, nonché gli intermezzi comici e i cambi di tono di tanto cinema asiatico e, in misura minore, i film della pop art degli anni ‘60 come “Non mandarmi fiori”. Un’altra influenza è stata il libro di William James del 1902 “La varietà dell'esperienza religiosa”. Si potrebbe dire che “Super” è un adattamento del libro di James nella forma di una fiction comica su un tizio che decide di mettersi una tuta da supereroe.
Intervista James Gunn: Domanda 2Com'è decollato il film? Qual è stato il processo che ha portato alla sua realizzazione?
Scrissi la storia nel 2003. L’ho scritta velocemente, in poche settimane. Da allora è cambiata ben poco. In realtà ebbi già dei finanziamenti più o meno nel 2005, ma c’era il vincolo che i finanziatori dovevano approvare la scelta dell’attore protagonista.
Per me chiunque avesse interpretato Frank doveva possedere un lato drammatico e uno comico. Doveva risultare credibile come l’ultimo nella gerarchia della cucina della trattoria dove lavora – infatti gli altri cuochi lo prendono in giro – ma doveva anche avere il fisico di chi poi riesce ad alzare le mani al momento giusto. Moltissimi attori hollywoodiani volevano il ruolo di Frank, ma non riuscivo a trovare qualcuno che secondo me ce l’avrebbe fatta, qualcuno con cui potevo avere una certa intesa dal punto di vista umano e preferivo non fare “Super” piuttosto che farlo male. Nel mezzo di tutto questo mi fu offerta la regia di “Slither” – una sceneggiatura che avevo scritto, ma che originalmente non avevo intenzione di girare da regista – e fui distratto dal progetto “Super”. Di tanto in tanto cercavo di ritornarci, ma trovare gli attori giusti continuava a essere difficile e lo misi ancora una volta da parte. Fu solo quando la mia ex moglie, Jenna Fischer, con cui ho ancora un ottimo rapporto, mi chiamò, praticamente inveendo contro di me per non aver fatto “Super”, la sua sceneggiatura preferita tra tutte quelle che avevo scritto. Fu allora che decisi di tornarci su. Mi disse che ci pensava spesso e mi chiese cosa pensassi di Rainn, perché era proprio il tipo di ruolo che stava cercando. Ho subito capito che Rainn sarebbe stato perfetto. Ci conoscevamo da cinque anni, ma stranamente non mi era venuto mai in mente. Dopo Rainn, Ellen Page si è subito legata al ruolo di Libby, e Liv Tyler a quello di Sarah. Ted Hope è diventato il nostro produttore. Anche Miranda Bailey, l’altra produttrice, è salita a bordo con dei finanziamenti ed eravamo finalmente pronti.
Intervista James Gunn: Domanda 3Per quanto tempo avete girato e dove?
Abbiamo girato per 24 giorni. 20 a Shreveport, in Louisiana, e 4 a Los Angeles. Siamo andati in Louisiana perché era pieno inverno e le temperature dovevano essere più miti che a Detroit, la città dove volevo girare originariamente. Naturalmente ci è capitato l’inverno più rigido che la Louisiana abbia mai avuto in qualcosa come 30 anni.
Intervista James Gunn: Domanda 4Hai una scena preferita?
Adoro il finale, in gran parte perché lì la colonna sonora di Tyler Bates è incredibilmente bella. Adoro il confronto conclusivo tra Jacques e Frank per via dell’interpretazione di Rainn. Adoro la scena dove Frank tira Sarah fuori dalla macchina, per il bel lavoro fatto da Steve Gainer come direttore della fotografia. Adoro la scena in cui Frank e Libby picchiano Jerry per aver graffiato la macchina, perché funziona benissimo con il pubblico. Mi piacciono tantissimo molte delle scene che superano i limiti della tonalità del film – la prima preghiera di Frank, per esempio – dove non sai se riderai o piangerai e si rimane in uno spazio vertiginoso a metà tra le due cose. Devo dire che il film mi piace nel suo insieme.
Intervista James Gunn: Domanda 5Qual è stata la scena più difficile da girare?
Tutto il film è stato piuttosto difficile da girare. Una volta sono andato a cena con un trapezista del Cirque Du Soleil e gli ho detto: “Wow, le cose che fai sono meravigliose, dev’essere molto divertente! Che cosa provi quando sei lì appeso in aria?!” E lui mi ha risposto con faccia seria che provava soltanto paura, aveva sempre e solo paura di cadere. Quell’uomo non l’avevo mai veramente capito prima di girare “Super”.
Detto questo, di scene difficili ce ne sono state parecchie. Nella scena dove Libby dice a Frank di voler diventare la sua assistente, facendo poi tutte quelle capriole ridicole, Ellen era stremata fisicamente, mentre io continuavo a spingerla sempre di più – quella è stata difficile per entrambi. Durante la scena dove Libby e Frank sono seduti accanto a quel bidone della spazzatura blu, con addosso solo i loro costumi da supereroi e alla ricerca di crimini, faceva un freddo cane, e abbiamo dovuto manipolare il colore per far sì che i volti degli attori non apparissero blu. Anche quella è stata terribile. Stranamente le acrobazie, le esplosioni e le scene d’azione sono andate tutte lisce. Nel cinema è tutto facile, tranne quando devi avere a che fare con le persone.
Intervista James Gunn: Domanda 6Qual è l'essenza del film e dei suoi personaggi?
Per me il film parla del rapporto di un uomo con Dio e del suo viaggio alla ricerca di un modo per adempiere a quel rapporto, senza tener conto di quanto folle o moralmente ambiguo questo possa sembrare agli altri.
Intervista James Gunn: Domanda 7Preferisci il ruolo di sceneggiatore o quello di regista?
Tutto sommato, non faccio una grande distinzione tra i due ruoli – fanno entrambi parte del processo realizzativo del film. In qualche modo la regia “è” la “scrittura” del film in sé. Ecco perché trovo che gli sceneggiatori siano generalmente delle persone molto tristi – creano qualcosa, poi arriva qualcun altro e cambia tutto. È la natura del loro lavoro. Da questo punto di amo più la regia. Poi, in effetti, questa sceneggiatura è stata molto facile, mentre la realizzazione del film è stata difficilissima. La maggior parte dei miei film precedenti hanno avuto un parto cesareo, ma questo è stato un travaglio infinito.
La parte che mi piace di più nella realizzazione di un film è la post-produzione – il montaggio, le musiche e così via.
Intervista James Gunn: Domanda 8Qual è il tuo supereroe preferito?
Vorrei tanto poter dire che non è Batman, ma non sarebbe vero. Leggo tantissimi fumetti, quindi potrei uscirmene con qualche nome fighissimo come Undersea Agent o Cave Carson. Invece no, il mio preferito è Batman.
Intervista James Gunn: Domanda 9Se potessi disporre di un superpotere, quale sceglieresti?
Credo che a tutti noi viene dato qualche superpotere, poi sta a noi scegliere se usarli. Per esempio, a tanti viene dato il super-potere di “saper fare l’idraulico”, e invece corrono di qua e di là per Los Angeles cercando di praticare il superpotere della recitazione di cui chiaramente non sono mai stati dotati. Ma sono molti i superpoteri che mi soddisferebbero – per esempio, sarebbe bellissimo avere il super-potere “immunità all’AIDS”, oppure il superpotere “evitare di mettere una donna incinta con la sola forza del pensiero”, oppure il super-potere “50 anni in più di vita”. Mi sembrano tutti niente male. Poi, se potessi averne uno di quelli veramente grossi – l’invisibilità, il volo, l’invincibilità e così via – avrei un orgasmo per il resto della mia vita. Quello che non vorrei è la capacità di sparare raggi dagli occhi. A che serve un superpotere che ti costringe a portare perennemente degli occhiali da sole fissati agli occhi e sembrare un coglione per il resto della tua vita?
Intervista James Gunn: Domanda 10Secondo te cosa rende i supereroi amati universalmente?
Non so se siano amati universalmente. A mia madre, per esempio, non gliene fregava niente dei supereroi, ma secondo me noi li amiamo perché ci sentiamo deboli e scialbi, mentre i supereroi sono potenti e imponenti. Ed è importante ricordare che sono dei “buoni”. E nonostante questo sia un mondo di merda, la bontà è qualcosa che la maggior parte di noi ancora apprezza.
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Super
di James Gunn
Azione, 2010
96 min.
Film diretti:
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2010  Super
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