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Il Leone d'Oro della 72ma Mostra del Cinema di Venezia arriva nelle sale italiane. "Ti guardo" è l'opera prima del regista venezulano Lorenzo Vigas, una storia che racconta la distanza sociale, affettiva e fisica tra un uomo adulto e un giovane di un quartiere povero di Caracas. Il regista racconta alla stampa i temi fondamentali che l'hanno attratto in questa storia e il rapporto con gli attori protagonisti. |
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Chi sono i due personaggi protagonisti del film? |
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Armando (Alfredo Castro) è un uomo incapace di relazionarsi con gli altri. Il titolo in spagnolo “Desde Allà” significa “da lontano” e si riferisce alla distanza tra Armando e i suoi desideri. Mi piaceva molto l’idea di fare un film che parla di un uomo che non riesce a connettersi con il mondo che lo circonda. Elder (Luis Silva) è un ragazzo molto forte con un’energia quasi incontrollabile. Appartengono a due mondi diversi, ma la serenità e la sicurezza che Armando gli offre nel prendersi cura di lui, sono sentimenti che sicuramente non hanno mai fatto parte della vita di Elder prima d’ora. |
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Qual è il tema centrale del film? |
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Da quando ho realizzato il corto “Los elefantes nunca olvidan”, ho studiato le conseguenze dei traumi genitoriali e questo corto parlava dei sentimenti di vendetta di due bambini, un fratello e sua sorella, nei confronti del loro padre aguzzino. “Ti guardo” esplora gli stessi sentimenti da un altro punto di vista: i legami tra Armando e Elder che si rafforzano grazie alla mancanza di una figura di riferimento per entrambi e la relazione tra Armando e il padre assente. Tutti questi elementi danno la composizione psicologica del film. |
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Perché Armando è così attratto da Elder? |
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L’ossessione per il giovane Elder è istantanea. Forse perché rmando non vuole essere toccato da nessuno, quando viene colpito da un pugno di Elder, viene colpito anche emotivamente. Da quel momento crea un’illusione: costruire una relazione emotiva con un’altra persona. Ma può veramente diventare una realtà? |
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Come ha scelto i suoi attori protagonisti? |
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Alfredo Castro è stato la mia prima scelta per il ruolo di Armando. Quando l’ho visto recitare in “Tony Manero” e “No”, sapevo che era perfetto. Lavorare con lui è stato cruciale per il film. È pieno di idee ed era sempre attento e attivo prima e durante le riprese. Si è innamorato del suo ruolo e l’ha portato oltre le pagine dello script. Quanto a Luis, sapevo che era la persona giusta per interpretare Elder. Aveva tutti gli elementi che cercavo: un impulso animalesco, crudo, e viene da un quartiere di Caracas molto più duro di quello che si vede nel film. Il suo talento è grande, come lo è il suo cuore. |
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Nel film, Caracas sembra una città molto difficile... |
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Era molto importante mostrare la complessità di Caracas. “Ti guardo” vuole rendere l’idea della netta suddivisione in caste della città, con profonda discrepanza tra i gradini sociali più prossimi. Dalla povertà nei “Bloques” di Caricuao ai quartieri ricchi. E nel mezzo la “Candelaria”, dove vive Armando. Una zona residenziale borghese che è stata trasformata in un’area dove l’economia è crollata. A causa alla crisi del paese, Caracas ha sofferto molto. La trasformazione delle strutture è sentita e dolorosa. “Ti guardo” è ambientato nel Venezuela di oggi ma potrebbe succedere in qualsiasi città, qualsiasi Paese. Ed è questa vasta mancanza di emozione che lega i due uomini, quel vuoto che ogni essere umano cerca di riempire. |
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