Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Fabio Fefè

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Nella sede romana di Circuito Cinema abbiamo avuto il piacere d’ incontrare Fabio Fefè, amministratore delegato e responsabile della programmazione. Il punto di partenza ed anche principale motivazione di quest’intervista risale all'accordo prossimo venturo, protagonisti Medusa e Circuito Cinema, che porterà a una nuova gestione, a favore del cinema d’Essai, di ulteriori sette sale della capitale (23 schermi in tutto).
a cura di Vaniel Maestosi
Intervista Fabio Fefè: Domanda 1Ci sveli qualcosa sul tipo d’accordo tra Medusa e Circuito Cinema, quali sono le novità e cosa ha significato per il circuito d'Essai?
Da qualche mese a questa parte Circuito Cinema ha cominciato a ragionare con Medusa. Le sale in questione non andavano bene; subivano sensibili perdite di pubblico, causa soprattutto l’apertura dei grandi complessi multiplex come Adriano o Stardust Village, che hanno indubbiamente indebolito diversi cinema, tra i quali proprio il Giulio Cesare o il Metropolitan costretti a combattere con la programmazione più commerciale, dunque più vasta, degli altri complessi.
Negli ultimi dieci anni Roma ha visto quasi il quintuplicarsi delle sale cinematografiche; inevitabilmente questo processo ha reso più difficili le varie gestioni della programmazione, divise tra il prodotto di qualità e il mercato sempre più invadente.
Le strategie di mercato, negli anni ‘70, hanno portato alla chiusura del “cinema di quartiere” privilegiando le sale del centro di Roma.
Oggi ovviamente è molto diverso; la chiusura del centro storico, le difficoltà di parcheggio, il rischio di restare più di un’ora nel traffico... tutto ciò ha di conseguenza spinto il cittadino a preferire nuovamente le sale vicino casa. Penso al quartiere Trieste, uno dei più abitati di Roma, che ha una struttura cinematografica nuova, il Lux, con ben undici schermi, dunque una scelta molto varia.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 2Non capendo però che spesso una maggior scelta non indica maggior qualità?
Esattamente. Per concludere: il problema, principalmente economico, ha fatto riflettere Medusa a quale partner rivolgersi per cambiare orientamento.
Varie trattative, dove si è parlato di vendere alcuni immobili o anche il ramo d’azienda, Circuito Cinema, inizialmente soprattutto interessato alla programmazione delle sale, sta ottenendo invece la completa gestione, con l’ulteriore possibilità di espandere il cinema d’Essai. Mi sono battuto personalmente, per ottenere che queste sale, già dal 27 Agosto, avessero una nostra programmazione. Una sorta di piccolo rodaggio, ad esempio a fine estate al posto di Cat Woman, abbiamo programmato Fahrenheit di Moore.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 3Proprio Fahrenheit 9/11 di Michael Moore avrà sicuramente agevolato e confortato il nuovo progetto, unendo qualità a quantità di pubblico?
L’inizio stagione ha avuto per noi risultati eclatanti. Solo nel primo mese le sale in questione hanno avuto un incremento di pubblico del 92%, praticamente il doppio.
Sicuramente anche grazie al film di Moore, oltreché vincitore della Palma d’Oro a Cannes, oggettivamente un film importante, intenso, d’estrema e pungente attualità.
Ci tengo a sottolinearlo perché non voglio far apparire noi così più bravi o più capaci di chi ci ha preceduto, ma abbiamo avuto la possibilità di iniziare la stagione con un film molto bello e di vasto interesse.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 4“La fortuna aiuta gli audaci”, “chi ben comincia è a meta dell’opera”... Al di là dei proverbi, questo non può che far bene al cinema?
Direi proprio di sì e spero che questi segnali positivi siano un augurio per l’intera stagione, ci sono delle proposte importanti, sono sicuro vincenti.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 5Quanti film di stile d’Essai, mediamente, circolano in un anno? E com’è nato il Circuito Cinema?
Rispetto a tanti anni fa... molti di più. Prima non circolavano più di 10-15 film d’Essai l’anno.
La grande intuizione di Circuito Cinema, anzi la grande intuizione di Angelo Guglielmi, al tempo Presidente dell’Istituto Luce, fu capire subito le forti difficoltà di commercializzazione di questo tipo di prodotto; ma non si scoraggiò ed anzi entrando in collaborazione con Bim e Mikado ed alcuni esercenti interessati fondò Circuito Cinema.
Inizialmente un piccolo circuito; poi via via sempre più grande. Oggi noi raccogliamo i frutti di quel progetto consolidandolo sempre di più.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 6Che significa programmare una stagione d’Essai così ampia? Insomma i segreti del suo lavoro.
Credo sia importante chiarire l’espressione d’Essai. Con quest’espressione non s’intende solo il bel film iraniano che esula completamente da un discorso di mercato; dev’essere principalmente di qualità ma deve contemporaneamente riuscire anche a ritagliarsi una vasta fetta di pubblico.
Ad esempio il film di Amelio, “Le chiavi di casa” è un film d’Essai, ma se incassa anche quattro milioni di euro... la soddisfazione è doppia, e credo sia anche un giusto merito per chi offre qualità.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 7Come sta andando la nuova stagione del cinema italiano?
Molto bene e ne sono davvero contento. Il film di Amelio è lanciato e la recente candidatura all’Oscar gli darà un’ulteriore spinta. Film complesso ma straordinario è “Le conseguenze dell'amore” di Sorrentino; gestito in maniera oculata, sta riscontrando un buon successo.
Sono usciti insieme il film di Chiesa “Lavorare con lentezza” e il film di Piccioni “La vita che vorrei”. Anche questi, come dimostrano le ottime recensioni su Repubblica, stanno andando estremamente bene. Prevedo una grande stagione del cinema italiano e decisamente l’inizio conforta tutta la mia fiducia.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 8Che tipo di criterio avete per selezionare i film, i Festival sono un buon serbatoio, pensando soprattutto a Venezia?
Circuito Cinema è costituito da quattro società che aquisiscono quasi esclusivamente un prodotto d’Essai. Questo già facilita il mio lavoro; poi c’è la scelta personale. Vado ai vari Festival, studio attentamente i film e valuto oltre alla qualità anche il riscontro del pubblico.
Spesso l’intuito mischiato all’esperienza mi aiuta ad individuare un’ottima pellicola. Certamente Venezia è uno dei serbatoi più capienti per le nostre scelte. Dico nostre perché, il gruppo di persone con cui lavoro ogni anno mi segue a Venezia. Con loro, quasi tutti giovani, attuo una sorta di mini-sondaggio che influenza e aiuta ulteriormente le mie scelte.
Credo che dalle varie soggettività emerga l’oggettiva bellezza di un film.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 9Quali saranno secondo lei le sorprese della nuova stagione?
“Ferro 3” di Kim Ki-duk, tra l’altro vincitore della Regia a Venezia. “2046” di Wong Kar-wai.
Il nuovo film di Leconte, molto intrigante e ironico.
Per ultimo “La casa alla fine del mondo”, film tratto dal libro di Cunningham, molto nostalgico, piacerà ai giovani.
Intervista Fabio Fefè: Domanda 10“Un bacio appassionato” di Ken Loach?
È un Loach diversa maniera, addirittura con un lieto fine, cosa che ci colpirà profondamente. Dà l’impressione, rinunciando ai suoi tremendi finali, di aver visto finalmente nel mondo un barlume di speranza. Questo amplifica lo spessore e la diversità del suo cinema, a volte troppo chiuso nel realismo.
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