Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Vincent Garenq

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Esce il 19 dicembre in 50 copie "Baby Love", commedia francese che segna l'esordio di Vincent Garenq, buon documentarista.
Tipicamente natalizio, con toni leggeri e lieto fine annunciato, il film affronta la scottante ed attuale tematica delle famiglie omoparentali: la coppia scoppia perché Philippe vuole un figlio.
A Roma, in conferenza stampa, il regista è accompagnato da Pilar López de Ayala, ago della bilancia nel rapporto tra Lambert Wilson e Pascal Erbé e nel loro percorso verso la paternità.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Vincent Garenq: Domanda 1Il film è già uscito in Francia e in Spagna: come è stato accolto?
E’ uscito ed ha avuto moltissimi ingressi, soprattutto considerando che si tratta di un’opera prima. E’ piaciuto molto al pubblico ed è stato già venduto all’estero in molti paesi.
Completa la risposta Pilar López de Ayala: in Spagna è uscito venerdì 12, è piaciuto molto; il tema non è così nuovo come da altre parti perché la legge sui matrimoni omosessuali era già stata approvata nel 2005.
Intervista Vincent Garenq: Domanda 2Come è nato lo spunto di questo film?
L’idea mi è venuta da un carissimo amico di scuola, omosessuale, che ho incontrato successivamente e mi raccontava che desiderava un bambino, che partivano nei weekend in compagnia di una coppia di lesbiche per vedere se riuscivano a mettere insieme una sorta di famiglia allargata. Ho trovato buffa la cosa, tuttavia ero toccato, e mi sono reso conto che potesse essere un buon padre. Il film è queste due cose insieme, il sorriso perché è una cosa originale e buffa, l’emozione perché ci si chiede “perché no?”.
Intervista Vincent Garenq: Domanda 3Si tratta di una commedia su tema delicato; nel finale, la risoluzione dei conflitti, non è troppo semplice?
Il film fa vedere con molta onestà la tragedia della ragazza, fa vedere che un utero in affitto non è mai una cosa facile; ho cercato di fare un film equilibrato, ognuno ha le sue ragioni e ho voluto far vedere le ragioni di tutti – probabilmente tutto un po’ esagerato perché si tratta di un film. La mia intenzione era di fare un film molto contemporaneo, senza fare alcuna apologia.
Intervista Vincent Garenq: Domanda 4E' il suo primo lungometraggio di fiction: come è stato lavorare con questi quattro attori?
Di una cosa sono sicuro oggi, del casting; tutti hanno interpretato benissimo il loro ruolo ed ho ricevuto solo complimenti per quanto riguarda gli attori.
Intervista Vincent Garenq: Domanda 5E la scelta di Pilar, alla sua prima esperienza in Francia?
Pilar non la conoscevo, i suoi film non sono mai usciti in Francia. Abbiamo fatto un casting in Spagna alla ricerca di un’attrice che parlasse il francese, Pilar si distingueva, era la migliore, ma non era affatto vero che parlasse francese… Ero molto seccato, ma ormai volevo lei. Si è preparata bene.
Non so quanto questa storia possa interessare in Italia, visto che vedete il film doppiato.
Intervista Vincent Garenq: Domanda 6Qual è la sua opinione a proposito del dibattito scatenatosi dopo la proposta francese all’Onu di depenalizzare l’omosessualità in tutto il mondo?
In Francia effettivamente questo argomento è di scottante attualità, l’omoparentalità è un tema che si sta lentamente accettando. Ho voluto fare questo film perché non esiste una risposta semplice a questo problema. Dal 1981, anno in cui è stata depenalizzata in Francia, ad oggi sono stati fatti moltissimi passi avanti; quando avevo 15 anni e raccontavo ai miei genitori che avevo un compagno omosessuale, loro mi facevano delle facce terribili… Prima veniva tenuta segreta, si tendeva a rimuoverla: il problema è sempre esistito, prima era più nascosto. Farne un segreto ne ha fatto un dramma. Anni fa le sentenze di divorzio quando c’era di mezzo l’omosessualità erano estremamente negative, adesso è più accettato: le storie sono meno dolorose per chi le vive.
Intervista Vincent Garenq: Domanda 7Ricerche recenti affermano che nelle famiglie omoparentali il successo nella crescita del bambino è maggiore che nelle famiglie etero. Cosa ha verificato sul campo?
Io non affermo che le famiglie omoparentali siano migliori della famiglie eterosessuali, però c’è un paradosso che mi interessa: io sono un “padre eterosessuale”, e sono diventato padre più che altro attraverso il desiderio di mia moglie di avere un bambino; ho concepito praticamente i miei personaggi dove io sono Pascal, e mia moglie è Wilson. Come tantissime altre famiglie anch’io sono diventato padre in modo un po’ passivo, senza farmi molte domande, per me è stato facile. Il personaggio di Wilson è diverso, perché lui questo desiderio di diventare padre lo va a cercare, lo sente: alla luce di questo mi dico che forse Manu è un padre migliore di me. E’ questo il paradosso, loro quando vogliono un figlio pensano di più, riflettono, si fanno un mare di domande, s’interrogano, e forse dovremmo farlo anche noi eterosessuali.
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Baby Love
di Vincent Garenq
Commedia, 2008
93 min.
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