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Esce venerdì 15 aprile distribuito da Medusa “Se sei così ti dico sì”, commedia prodotta dalla DueA di Antonio e Pupi Avati per la regia di Eugenio Cappuccio. Accanto al protagonista Emilio Solfrizzi, bravo nel ruolo del cantante passato di moda Piero Cicala, troviamo Belén Rodríguez nei panni della star mediatica Talita Cortès. Per Belén si tratta della prima vera prova d'attrice: in una breve intervista diffusa dall'ufficio stampa, Belén racconta il salto dal piccolo al grande schermo. |
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Come e quando è stata scelta per questo film? |
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La primavera scorsa. Mi era arrivata una proposta dalla DueA e sono andata ad incontrare i produttori Antonio e Pupi Avati, insieme al regista Eugenio Cappuccio. Ho capito subito che si trattava di un’occasione insolita ed interessante: essere coinvolta in un film di qualità e di prestigio rappresenta una conferma per il tuo lavoro e un incentivo ad andare avanti.
Non mi sento ancora un’attrice, ma è un’opportunità che ho colto molto volentieri, così come è avvenuto in seguito con l’offerta di presentare il Festival di Sanremo.
Mi annoio a fare sempre le stesse cose: ho sempre bisogno di nuovi stimoli e adesso mi sento pronta a mettermi alla prova sperimentando vie nuove. |
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Come si è trovata sul set? |
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E’ stato determinante non solo studiare bene la parte, e cercare di imparare dai tanti bravissimi attori che recitavano dialoghi lunghi e serrati, ma, soprattutto, fidarmi completamente delle indicazioni di Eugenio Cappuccio - un regista molto esigente e sensibile, e un ottimo direttore di attori - e dei consigli del mio partner Emilio Solfrizzi, una persona meravigliosa, un uomo pieno di valori e un professionista rigoroso in grado di dare tutto sul set. |
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Che tipo di rapporto si è creato con Cappucio? |
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Eugenio aspira ad ottenere sempre il meglio da tutti, a costo di far ripetere una sequenza all’infinito per arrivare al ciak giusto. E' stato molto deciso nel chiedermi di essere meno istintiva e di controllare la gestualità: voleva che mi muovessi con naturalezza e conservassi un’espressione fissa, comunicando solo con lo sguardo. All’inizio non è stato semplice, ma poi ho capito che aveva ragione ad insistere: sul grande schermo il primo piano del tuo viso rivela le minime sfumature, e perciò per essere credibili è sempre necessario essere misurati. |
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Chi è la Talita Cortès che interpreta in scena? |
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Talita Cortès è una modella superstar sudamericana di enorme successo mediatico, un personaggio-simbolo dello star system volutamente esasperato, sopra le righe: è rimasta un po’ una bambina viziata e capricciosa, ma non credo che rappresenti un modello da seguire, per gran parte della nostra storia. L’essenza del film sta nella sensazione di essere incompleti, e se Talita a un certo punto si innamora di una persona improbabile, lo fa perché vuole trovare quello che le manca - ad esempio la possiblità di "sbracare"; cosa che a lei, costretta ad apparire sempre perfetta, non è concesso.
Leggendo il copione, avevo avuto subito la sensazione che il personaggio mi si avvicinasse molto, una specie di azienda che cammina, e ho pensato che sarebbe stato facile interpretarlo. Poi, dopo aver parlato a lungo con Eugenio delle sue intenzioni, ho capito che la personalità di Talita non era per niente facile: dovevo trovare un'altra chiave per renderla al meglio (nella vita di ogni giorno, ad esempio, credo di essere il suo contrario, non ho mai atteggiamenti da diva), ma anche che era ancora meno facile controllare la mia. Credo comunque di aver lavorato tanto per lasciare Belén da una parte e convincere il pubblico. |
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C’è stata una trasformazione sia interiore che esteriore? |
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Sì, grandissima. Arrivando sul set ogni mattina entravo nel mondo di Talita trasformandomi completamente, a partire dall’aspetto fisico, indossando la sua parrucca e apparendo con un tipo di trucco più marcato: quando mi sono rivista alla prima scena sono rimasta sconvolta.
Per lasciarmi più libera, Eugenio mi ha concesso anche di improvvisare al di là del copione, lasciandomi mescolare all’italiano alcune parole di spagnolo perché erano giustificate per quel tipo di personaggio di ragazza sudamericana giramondo, cui verrebbe spontaneo esprimersi nella sua lingua madre ovunque si trovi. |
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Si sente portata naturalmente per la commedia, o le piacerebbe recitare anche in film di altro genere? |
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Col tempo mi affascinerebbe anche misurarmi con qualche ruolo drammatico, ma sono certa che si tratterebbe di un impegno più difficile. Penso che per ora la leggerezza della comicità mi sia più congeniale e naturale.
Non credo, però, che nell’immediato futuro potrò dedicare al cinema l’attenzione e la dedizione necessari, perché non posso e non voglio sottrarre tempo ai miei impegni televisivi: la tv mi piace moltissimo e vorrei cercare di farla al meglio, riuscendo a trasmettere gioia e buonumore al pubblico a casa come nei grandi varietà del passato. |
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